L'affondo
Sul trapezio della vita,senza rete
Abbiamo tutti un ricordo lieto o triste di una prima volta. Il primo giorno di scuola, il primo giorno di naia, il primo giorno di matrimonio, il primo bacio, il primo volo, il battesimo dell’aria. E’ stato qualcosa che ci ha iniziato alla vita, che le ha dato un nuovo colore, che ha colorato una lunga preparazione o attesa, che ci è capitato improvviso e ci ha fatto scoprire qualità impensate. Spesso è stata un’investitura:”Adesso sei grande, tocca a te, non tirarti indietro...sei su un trapezio, non ci sono più reti di protezione”.
Un misto di brivido, di paura, di orgoglio, ci ha fatto decidere.
Non so se Gesù provava qualcuno di questi sentimenti, là al Giordano in quella fila di peccatori; era stato attratto da Giovanni, sentiva che suo Padre non era ingessato nei ritualismi o imprigionato nel tempio, ma era là, nell’attesa della povera gente, povera di speranza, soprattutto, una povertà che attraversa ricchi e poveri, stolti e intelligenti, uomini di potere e servi inutili.
E’ qui al Giordano il Padre, che Lui chiamerà sempre Papà (solo sulla croce lo chiama Dio, quando ripete le parole del salmo:”Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”), ebbene, qui al Giordano è ancora suo Papà che lo offre a noi a mani spiegate, lo manda, lo accredita, lo spinge sul trapezio dell’annuncio e del dono fino alla morte, senza rete. L’unica rete sono le sue braccia. Con questa consapevolezza Gesù guarderà in faccia la morte, supererà le tentazioni, non soffrirà solitudine.
Sei mio figlio, oggi ti ho generato; sei il Prediletto, non ho altro bene fuori di te, ti affido all’ascolto di tutti, ti mando il mio Spirito; il nostro Spirito è la tua compagnia, la tua consolazione, la tua forza.
Oggi lo Spirito aleggia su queste acque, come spirò sulle acque del caos primitivo. E’ una nuova creazione che cammina con te.
Sono disposto a perderti purchè questa fila di peccatori che sta con te nell’acqua del Giordano, diventi una fila di santi, di giusti, di uomini e donne nuovi.
Stare in questa fila mi interessa.
Domenico Sigalini