L'affondo
Sobrietà e vigilanza di vita
Sono tre i gesti che tradizionalmente sono legati alla Quaresima: la preghiera, il digiuno e l'elemosina. Facendo l'esperienza della preghiera noi dobbiamo far tacere tutte le parole che risuonano continuamente in noi descrivendo un mondo diverso da come lo vede Dio (alle volte più bello e vincente, altre volte brutto e depressivo). Privandoci, con l'esercizio dell'elemosina, di qualcosa di nostro tocchiamo con mano come non siano le cose a darci la felicità (non abbiamo forse sperimentato tutti un certo senso di insoddisfazione dopo essere riusciti ad ottenere una cosa che tanto desideravamo?). L'esperienza del digiuno, infine, verrà a ricordarci quanto non siano scontate tutte le cose di cui quotidianamente ci cibiamo e ci aprirà alle necessità di tanti fratelli e sorelle di fede che non hanno il necessario per vivere.
Mi sembra vero,però, che il Vangelo di oggi prometta anche di fare un percorso inverso: non solo infatti noi limitiamo un aspetto della vita di Cristo, ma è Lui stesso che, ancora prima, ha assunto la nostra esistenza. Cristo non si è accontentato di possedere una natura perfettamente umana, ma ha anche voluto sperimentare la lotta, che conosciamo molto bene, perchè caratterizza la nostra vita. Le suggestioni che il demonio propone al Signore (le conosciamo dal racconto degli altri evangelisti) sono simbolo di un mondo apparentemente bello, ricco, potente, proprio quel mondo che la cultura di oggi ci propone ogni volta che guardiamo la televisione o navighiamo in internet. E' molto consolante il messaggio che ci viene oggi dal Vangelo: anche il Signore ha conosciuto tentazioni, fatiche, prove. Non ha condotto un'esistenza sotto la campana di vetro. Anche noi, quindi, possiamo affrontare le sfide che la quotidianità propone allanostra fede, sapendo di non essere da soli: il Signore è con noi, perchè ha vissuto - prima di noi - le nostre stesse difficoltà.