L'affondo
LA MORTE DELLA PARROCCHIA
Mi attendevo un po’ più di partecipazione all’assemblea parrocchiale di giovedì sera.
Certo, non sono così sprovveduto nel pensare che ci sarebbe stato il pienone dello scorso anno; forse era anche un giovedì con altri appuntamenti; forse non era stato fatto l’invito casa per casa come nel novembre scorso; forse la Lettera riportava già tutto il programma pastorale e il progetto della casa; forse anch’io, dopo un anno, sono ormai entrato nel panorama; forse non se ne vede l’importanza; forse...Ho ricordato una storia che avevo sentito tempo fa’: ve la propongo come stimolo alla riflessione.
Sui muri e sul giornale della città comparve uno strano annuncio funebre:"Con profondo dolore annunciamo la morte della parrocchia di Santa Eufrosia. I funerali avranno luogo domenica alle 11". La domenica, naturalmente, la chiesa era affollata come non mai. Davanti all’altare c’era il catafalco con una bara di legno scuro. Il parroco pronunciò un semplice discorso:" Non credo che la nostra parrocchia possa rianimarsi e risorgere, ma, dal momento che siamo quasi tutti, qui voglio fare un estremo tentativo. Vorrei che passaste tutti quanti davanti alla bara a dare un’ultima occhiata alla defunta.
Sfilerete in fila indiana, uno alla volta e, dopo aver guardato il cadavere, uscirete dalla porta della sacrestia. Dopo, chi vorrà potrà rientrare dal portone per la Messa". Il parroco aprì la cassa. Tutti si chiedevano:"Chi ci sarà dentro? Chi è il morto?" Cominciarono a sfilare lentamente. Ognuno si affacciava alla bara e guardava dentro, poi usciva dalla chiesa. Uscivano silenziosi, un po’ confusi. Perché tutti coloro che volevano vedere il cadavere della parrocchia di Santa Eufrosia e guardavano nella bara, vedevano, in uno specchio appoggiato sul fondo della cassa, il proprio volto.
La parrocchia ha anche il tuo volto...
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