Comunicazione...
Mi ha sorpreso un ragazzo che, passando sulla pista ciclabile, si volta e dice: <<Mamma, questa è Villa Nobel>>. Io continuo per la mia corsa ma mi metto a pensare: meno male un ragazzo – avrà avuto 12/13 anni – che sa anche accorgersi di quello che vede, con uno sguardo alla storia, all’arte, alla cultura… Fino a quel momento i ragazzi che avevo visto erano armati – mi pare che il verbo calzi a pennello - di telefonini, smartphone, ipod, ipad, iphone, mp3,… E, continuando in bici, pensavo che al CRE, sia nella formazione degli animatori che nella proposta del mese ai ragazzi, avevamo proprio parlato di relazione e comunicazione, facendo riferimento anche ai cosiddetti mezzi di comunicazione (ma lo sono davvero?). Non demonizzo niente, penso solo che forse, i nostri ragazzi – ma la moda si è diffusa molto anche tra i genitori di questi ragazzi – rischiano di vivere sempre un po’ a metà. Perché? Perchè hanno la preoccupazione di far sapere dove sono, cosa fanno, cosa comperano, chi hanno incontrato, con chi stanno in quel preciso momento – ed è diverso da un momento prima – e allora scattano immagini e subito le inviano, scrivono messaggi, entrano in facebook… Così sono lì, ma sono altrove con una sorta di cappio al collo che obbliga a tener aggiornati tutti gli spostamenti. Quando si capirà che si può chiedere di più alla vita? Poi, quando s’incontrano, ognuno col suo aggeggio in mano, sempre ad allargare il cerchio virtuale. Ma proprio a quell’amico o amica aveva mandato raffiche di messaggi; adesso che è lì davanti, sembrano due sconosciuti, ricurvi sui loro telefonini, tutti e due a mandare ad altri. Si può dire che è almeno strano questo modo di fare? Gli esperti dicono che un guadagno c’è stato: i ragazzi hanno ripreso a scrivere. Questo è positivo e qualcuno potrebbe partecipare ai campionati di velocità, ma bisogna vedere di quanti vocaboli – lasciando perdere le abbreviazioni e i simboli – è ricco il vocabolario. Se una frase (dove per frase significa avere almeno il soggetto, il verbo e il complemento oggetto) è fatta per l’80% da titoli e parolacce, mi pare non sia un esercizio molto culturale. Poi si dice che i ragazzi fan fatica a studiare, a pregare, a pensare… Ma va’, non me ne ero accorto…
Scarica qui la letterinaScarica qui il pieghevole della festa
|
||