Toilette. Sì, toilette...
Ogni atto veramente ospitale “mette in comune” toilette, tavola e talamo. Si indicano i servizi, il luogo del pasto e la camera del riposo. Su queste soglie la nostra sapienza spirituale si acuisce o si ottunde. Avevamo già visto le prime due “T” :Tavola, ovvero della comunione di pasto e di comunicazione e Talamo, ovvero della comunione d’amore e di sonno. Ora la terza: Toilette, ovvero della comunione nella “non autosufficienza”. “Nel mezzo di cammin di nostra vita” nessuno pensa alla toilette come luogo di comunione, mentre agli inizi e alla fine dipendiamo tutti dagli altri per la nostra toilette. Se l’uomo adulto, maturo, autosufficiente, sente come “diritto irrinunciabile” quello di “visitare da solo la stanza da bagno senza bisogno di essere accompagnato” (I. Montanelli), e anzi afferma “in bagno” la condizione di clausura per sé e di scomunica per ogni altro, tutti i bambini con meno di 2-3 anni, e ogni persona giunta in età molto avanzata, hanno bisogno delle “cure altrui”, risultano “non autosufficienti”. Nell’esperienza comune separatezza, esclusione dell’altro e autosufficienza trionfano, non senza giusti motivi. Ma questo ottimo, quando si corrompe, diventa pessimo. Perché può cancellare, inavvertitamente, la memoria e la profezia di “non-autosufficienza” da cui veniamo e verso cui andiamo e che, soprattutto, abbiamo “in comune”. I bimbi prima dei 2-3 anni e i molto anziani, oltre che diverse categorie di ammalati, vivono strutturalmente questa “comunione nella pulizia di sè”. D’altra parte bisogna sempre costatare con una certa sorpresa la confusione tra tavola, talamo e toilette, che è la festa dei neonati. Certo, per gli adulti questa confusione è un poco meno festiva, ma la contagiosa esigenza di questi piccoli mette facilmente a posto ogni eventuale disagio o ogni piccolo e compressivo disappunto. Durante un pasto, un bambino si addormenta e si scopre bisognoso di “essere cambiato”. Anche il molto anziano confonde tavola, talamo e toilette...Dunque, queste tre stanze - tavola, talamo, ma anche toilette - ci parlano della originaria vocazione comunitaria dell’uomo. Ci abbiamo mai pensato?
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