letterina 20130921

Se una bambina ci insegna

"Cari amici, non so da dove iniziare il mio discorso. Ma prima di tutto vorrei ringraziare Dio, che ci ha fatto tutti uguali. Oggi è il giorno di ogni donna, di ogni ragazzo e di ogni ragazza che ha alzato la voce per i propri diritti. Il 9 ottobre del 2012 i talebani mi hanno sparato alla tempia sinistra; hanno sparato anche alle mie amiche. Pensavano che i proiettili potessero zittirci. Ma hanno fallito. Da quel silenzio si sono alzate migliaia di voci. I terroristi pensavano di poter cambiare le nostre intenzioni, di poter frenare le nostre ambizioni, ma nulla è cambiato nella mia vita, eccetto una cosa: la debolezza, la paura e la disperazione sono morte. Al loro posto sono nati la forza, l’energia, il coraggio.
Non odio i talebani che mi hanno sparato, nemmeno se me li trovassi davanti con un fucile. Questa è la pietà che ho imparato dal profeta Maometto, da Gesù Cristo e da Buddha. Questo è il pensiero del cambiamento che ho ereditato da Martin Luther King, Nelson Mandela e Muhammad Ali. Questa è la filosofia della non violenza che ho imparato da Gandhi e da Madre Teresa . E questo è il perdono che mi hanno insegnato i miei genitori.

Care sorelle e cari fratelli,
riconosciamo l’importanza della luce quando vediamo il buio.

Riconosciamo l’importanza della nostra voce quando ci mettono a tacere.

Così noi abbiamo riconosciuto l’importanza delle penne e dei libri quando abbiamo visto i fucili … Gli estremisti hanno paura dei libri e delle penne.

Il potere dell’istruzione li spaventa. Hanno paura delle donne e del potere della loro voce. Le nostre parole possono cambiare il mondo. E allora impegniamoci nella lotta contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo, e prendiamo in mano le nostre penne e i nostri libri. Sono molto più potenti delle armi.
Questo breve discorso è stato pronunciato all’Onu da Malala Yousafzai, il giorno del suo 16.mo compleanno: la ragazza pakistana divenuta “simbolo” del diritto allo studio, dopo essere stata ferita e sfigurata in un attentato dei talebani, gli “studenti coranici” che non sopportano che le ragazze vadano a scuola. Dopo gli interventi chirurgici a Birmingham in Gran Bretagna, la ricordiamo mentre, con la manina alzata e il volto sorridente di riconoscenza, saluta i medici e le infermiere che hanno cercato di curarla"

p. Marcello Storgato

 

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