Cari ragazzi e ragazze di Belsito, ho saputo che in questi giorni a scuola dovrete decidere per l’ora di religione del prossimo anno e questo mi ha fatto venir voglia di scrivervi... Vi offro il parere mio e ve ne darò anche le ragioni. Il mio parere è semplice. Per me dovreste senz’altro iscrivervi all’ora di religione. Voi direte: «Per forza! Sei un prete! Tu vorresti tutti a catechismo!». Non è così. L’ora di religione non è un’ora di catechesi. Questo dev’essere chiaro sia per voi sia per gli insegnanti. La catechesi ha per scopo la crescita nella fede ed è per i credenti. La sua sede è l’oratorio, la parrocchia. L’ora di religione è un’ora di scuola come le altre, da portare avanti con metodi e criteri scolastici e con un unico scopo che è quello di vincere l’ignoranza. L’ignoranza, ragazzi, lo sapete, non fa male alla pancia, ma è indecorosa. Un ignorante è proprio solo un ignorante. Dal non sapere possono venire solo gaffes vergognose, inconvenienti anche rischiosi e guai grossi. L’ora di religione serve a darsi le coordinate necessarie per conoscere e interpretare correttamente la nostra cultura, che, piaccia o no, da duemila anni è tutta intrisa di religione e di religione cattolica. Il conoscere anche solo l’abicì della religione cattolica è indispensabile per capire tanto della nostra storia, moltissimo della nostra letteratura (pensate anche solo alla Divina Commedia), della nostra arte, del nostro lessico, della nostra toponomastica, delle nostre usanze… In questo senso, il partecipare all’ora di religione sarebbe importante anche per gli immigrati: li aiuterebbe a ben situarsi nel nostro paese, perché lo conoscerebbero di più e meglio. Per me, ragazzi, perfino agli agnostici e agli stessi nemici della Chiesa conviene informarsi sull’impatto tra la religione cattolica e la nostra cultura... Ecco: quando avrete sentito tutte le campane, pensateci su bene, senza fretta, e poi, in base all’idea consapevole che vi sarete fatta, decidete. Sarà senz’altro una decisione secondo coscienza. Ho finito. Ciao a tutti. E buon anno.
da: Diario di un prete, Sant’Alessandro settimanale online
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