Che senso ha “fare Quaresima”, nei quaranta giorni di preparazione alla Pasqua, quando, in realtà, si fa già Quaresima semplicemente perché si sta attraversando tutti un “periodo di privazioni”? C’è da notare una apparente stranezza. Il digiuno della Quaresima era molto più rigoroso in passato. Genericamente, nelle società contadine di alcuni decenni fa, si digiunava di più, nel senso che i giorni di digiuno erano più numerosi, le regole del digiuno erano più rigorose e più gente le osservava. Il passaggio da una società povera a una società ricca ha significato anche la perdita del senso e della pratica del digiuno. La Chiesa stessa ha preso atto e ha aggiornato le regole. La Costituzione apostolica Paenitemini di Paolo VI, del 17 febbraio 1966, limita infatti il digiuno ecclesiastico a due giorni dell’anno: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Per cui la domanda su che cosa vuol dire digiunare in periodo di crisi come quello che stiamo attraversando non è una domanda peregrina. Che la gente mangi di meno, lo dicono tutte le statistiche. Esistono flessioni significative nelle spese per il cibo, anche per generi alimentari di prima necessità. Non si compera soltanto meno caviale, ma meno carne e meno frutta. Dunque, si capisce meglio che cosa vuol dire digiunare quando si mangia di meno. Chi ha poco si trova nella situazione buona per dare senso nuovo anche alla sua penuria. Chi ha molto non si ricorda di quando aveva poco e non si lascia commuovere da chi ha meno di lui. Ciò che si richiede, comunque, per parlare di digiuno o di nuova cultura del mangiare e del bere è di disporre di quel "senso diverso" verso cui indirizzare la propria fame. In altre parole: il senso del poco pane non dipende dal pane, ma da chi lo mangia. La penuria del mangiare prende un senso nuovo da parte di chi la soffre. Allora mi pare che le "privazioni" attuali possono diventare preziose su due piani. Primo: possono contribuire a far cercare un equilibrio diverso fra la necessità del mangiare e del bere e il suo soddisfacimento. La società degli obesi, tipica società moderna, è una società malata di molto cibo e di poca capacità di autocontrollo. Secondo: i credenti possono, in questo sforzo, dare un senso totalmente nuovo al non mangiare. Nella prima domenica di Quaresima si ascoltano le "tentazioni" cui è sottoposto Gesù . Dopo che ha superato vittoriosamente le tentazioni, il Vangelo racconta che <<il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano>>. In mezzo al deserto, al termine della straordinaria penuria di cibo, fiorisce il Paradiso, dove Gesù mangia e dove i camerieri sono gli angeli. Splendida immagine. Dopo che l’uomo è stato capace di essere forte fino all’estremo, allora il Paradiso gli si fa incontro.
Alberto Carrara
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