Due papi per una chiesa in cammino
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sono canonizzati assieme questo 27 aprile. C’è un unico incontro tra il giovane vescovo polacco e il vecchio papa Roncalli: a Roma l’8 ottobre 1962, quando Giovanni XXIII ricevette il primate Wyszyński e i vescovi polacchi "che circondai di ogni più cortese cordialità" scrive il papa nell’agenda. Wojtyla, vescovo da quattro anni e amministratore di Cracovia, era in quel gruppo. Karol Wojtyla ha amato e stimato Giovanni XXIII da vescovo e da papa, lo ha beatificato. Nel 1981 si è anche recato in visita al paese natale, Sotto il Monte. Del resto papa Roncalli ha rappresentato la rottura con quel pessimismo che aleggiava nella chiesa della guerra fredda. La sua apertura agli altri non è stata ingenua bonomia, ma un modo profondo di concepire la missione della Chiesa nel XX secolo. Per lui, la Chiesa doveva andare incontro agli altri con franchezza e amabilità. Gli altri erano i non cattolici: quelli ”uomini di buona volontà”, ricordati nella sua enciclica del 1963 sulla pace, Pacem in terris, quasi il suo testamento. Roncalli amava viaggiare aveva percorso tutta la Francia durante la sua nunziatura; conosceva molti Paesi della riva sud del Mediterraneo; aveva visitato i Balcani e la Turchia. Divenuto papa, compì un viaggio fuori Roma con il pellegrinaggio a Loreto e Assisi, che suscitò tanto entusiasmo perché per la prima volta dal 1870 il papa usciva dall’Urbe. Con quello spostamento di un giorno, si apriva la via dei grandi viaggi papali. Giovanni Paolo II ha amato anche lui gli incontri e i viaggi. Giovanni XXIII aveva voluto rimettere in movimento la Chiesa, aprire le porte e le finestre all’aria del mondo con il Concilio per meglio comunicare la fede e la speranza.
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