letterina 20140517

Il coraggio nasce dalla fame

Mi sono messo a leggere ultimamente “Carne e sangue”, di Michael Cunningham: parla di una famiglia di greci poveri, che va in America. Il babbo fa un orto e il bambino di otto anni gli chiede “Babbo, fammi fare un pezzo d’orto anche a me”. E il babbo gli dà un pezzo di due metri per due di sabbia, e questo bambino di notte va nel pezzo di campo buono del babbo, prende una zolla di terra e se la mette in bocca, e la sputa sul suo pezzo. Vedete dov’è il coraggio di questo bambino? Non nell’aver chiesto un pezzo di orto, non nell’aver preso in bocca quelle zolle. Il coraggio vero di questo bambino è il coraggio della fantasia, quello di pensare che in due metri per due di sabbia ci può venire un orto, se ti dai da fare. Se noi abbiamo un problema o si usa la creatività o il coraggio. Non c’è un altro modo.
Ognuno di noi ha bisogno di tre sole cose: di un pezzo di pane, di un po’ d’affetto e di sentirsi a casa da qualche parte; se uno non trova queste tre cose impazzisce. E allora il coraggio non è quello degli eroi, è quello della fame.
Coraggiosi sono un babbo e una mamma che gli è morto un figlio, e la mattina provano a rialzarsi; è come Gesù con Lazzaro, quando con gli amici va e grida “esci fuori, non sopporto che tu stia lì in quella tomba, voglio continuare a portare la vita avanti anche per te”. Coraggioso è chi non ha lavoro e se lo inventa. Noi ci siamo accomodati troppo, pensiamo che tutto ci sia dovuto; il coraggio è quello di muoversi, non quello di lamentarsi sempre. Il coraggio vero è quello di togliere questo maledetto egocentrismo che ci ha avvelenato. Si può campare come si vuole, o con l’egoismo pieno o con il cuore che si apre in un altro modo. Il coraggio è anche quello di scegliere da che parte vuoi stare. Per finire, io amo molto il coraggio del pettirosso. A Romena abbiamo un caco, nel giardino. Noi abbiamo colto i cachi bassi, e lasciamo sempre quelli in cima, perché se no d’inverno gli uccellini non sanno dove beccare da mangiare, e vedi questi pettirossi sempre lì in cima. Ma quando c’è la neve e copre tutto, tante volte ho visto questi pettirossi venire alla finestrina dove sto io e picchiettare.
Bello il pettirosso perché è coraggioso, per fame non ha paura di niente, apparentemente. Ma vedete, soprattutto il pettirosso è gioioso, danza, gioca.
Coraggio, è anche questo. Trovare la gioia dentro la fatica. 

don Luigi Verdi

 

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