letterina 20140621

Gesù e Giovanni si assomigliano

In tutti i vangeli, la vita e il ministero di Giovanni Battista vengono premessi al racconto della nascita e della predicazione di Gesù; gli evangelisti lo identificano con il «messaggero» annunciato da Malachia (Ml 3,23-24; Le 1,17), come il redivivo Elia che doveva preparare l'avvento del Cristo (Mt 17,10-13; Le 1,17). Questo personaggio della storia di Israele, eminente fra tutti gli uomini (Mt 11,11), che nel Prologo del Vangelo di Giovanni viene definito il «testimone» per eccellenza dell'avvento del Verbo fra i suoi, ha tale importanza che taluni pensavano addirittura che fosse lui il Messia (Le 3,15; Gv 1,20). E questa possibile confusione tra il testimone della luce e la Luce vera (Gv 1,7.9; 5,35) scaturisce dal fatto che il Battista è 'figura' di colui che verrà dopo di lui (ma era «prima di lui»: Gv 1,30).
Giovanni e Gesù si assomigliano, non tanto perché provenienti da un identico ceppo famigliare, ma perché sono mossi dal medesimo Spirito e sono chiamati a significare il medesimo dono di salvezza. Infatti il miracolo del parto di Giovanni da genitori anziani e da una madre sterile, e il nome del bambino imposto dall'angelo hanno il corrispettivo e il compimento nella nascita dal grembo verginale di Maria e nel Nome di Gesù «<Salvatore» suggerito da Gabriele.
E la stessa cosa vale per il periodo di vita 'nascosta', nel deserto per il Battista e a Nazaret per Gesù, e poi per la vita 'pubblica' dei due, con la coincidenza nel rito del battesimo, con la convergenza nel messaggio predicato (Mt 3,2 e 4,17) e nella straordinaria efficacia della loro parola profetica che attirava le folle (Mt 3,5; 4,23-25). E infine il comune martirio, subìto per la fedeltà alla loro vocazione profetica.

Accogliendo Giovanni Battista noi accogliamo dunque colui che ci porta da Gesù, che ce lo 'fa vedere', non solo indicandolo con lo sguardo (Gv 1,35-36), ma incarnandolo, in qualche modo, nella sua vita: se diventiamo discepoli del testimone, egli ci farà accedere all'incontro con il Signore (Gv 1,29-37).  

 

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Estate 2014

 

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