Gesù e Giovanni si assomigliano
In tutti i vangeli, la vita e il ministero di Giovanni Battista vengono premessi al racconto della nascita e della predicazione di Gesù; gli evangelisti lo identificano con il «messaggero» annunciato da Malachia (Ml 3,23-24; Le 1,17), come il redivivo Elia che doveva preparare l'avvento del Cristo (Mt 17,10-13; Le 1,17). Questo personaggio della storia di Israele, eminente fra tutti gli uomini (Mt 11,11), che nel Prologo del Vangelo di Giovanni viene definito il «testimone» per eccellenza dell'avvento del Verbo fra i suoi, ha tale importanza che taluni pensavano addirittura che fosse lui il Messia (Le 3,15; Gv 1,20). E questa possibile confusione tra il testimone della luce e la Luce vera (Gv 1,7.9; 5,35) scaturisce dal fatto che il Battista è 'figura' di colui che verrà dopo di lui (ma era «prima di lui»: Gv 1,30). Accogliendo Giovanni Battista noi accogliamo dunque colui che ci porta da Gesù, che ce lo 'fa vedere', non solo indicandolo con lo sguardo (Gv 1,35-36), ma incarnandolo, in qualche modo, nella sua vita: se diventiamo discepoli del testimone, egli ci farà accedere all'incontro con il Signore (Gv 1,29-37).
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