letterina 20140802

Oggi siamo felici?

La storia di Meriam aveva commosso e, al  tempo stesso, inorridito il mondo:
dopo la condanna a morte e a 100 frustate per adulterio (per aver sposato un cristiano) inflitta a maggio scorso, la giovane era stata arrestata e messa  in cella insieme al piccolo figlio di  20 mesi con una sentenza che aveva  fatto mobilitare molte diplomazie,  in primis quella  italiana. Nella prima udienza, quella  in cui  gliera stata inflitta la condanna a morte, il giudice si  era rivolto all’imputata chi amandola con  il  nome arabo, Adraf  Al-Hadi  Mohammed  Abdullah, chiedendole di  convertirsi  nuovamente all’Islam. “Io sono cristiana e  non ho commesso apostasia”,  fu  la replica della donna che gli costò la condanna a morte e la carcerazione.
Solo poche settimane dopo Meriam,  in cella, ha dato alla  luce una bimba in  condizioni  durissime. “Ha partorito in catene”, rivelò  il marito Daniel  Wani, cittadino sudanese e americano. Il  23 giugno il  tribunale sudanese  ha poi  deciso la  liberazione della donna che  fu  fermata ancora una  volta, per un “controllo dei documenti ”,  in aeroporto, mentre con i  bambini era  in procinto di  partire per gli Stati  Uniti . Successivamente rilasciata, Meriam, con  la sua  famiglia, ha trovato rifugio all’ambasciata americana a Khartoum, dove ha ricevuto il  passaporto che le  ha permesso  di   lasciare  il Paese diretta come prima tappa in Italia, prima di raggiungere New York...
“Oggi siamo felici. Oggi è soltanto un giorno di festa...” così  il Primo Ministro italiano ha salutato il suo arrivo in Italia. È vero. La storia a  lieto fine di  Meriam accende  la speranza.
Ma questa donna è lo specchio che riflette i  cristiani  in fuga da Mosul  perché minacciati  dagli   integralisti   islamici dell’Isil,  le tante Asia Bibi detenute per la  loro fede,  le migliaia di   fedeli  che  vivono in  Kenya, Mali, Nigeria, Ciad, Tanzania, Congo, India, Cina, Afghanistan, Pakistan, Mindanao, Vietnam, Corea del  Nord, Egitto, Siria, Iran, Turchia, Arabia Saudita, per una lista che comprende anche Paesi  dell’Occidente dove  le violazioni sono  in prevalenza di carattere sociale e ideologico. Uno specchio che inchioda  la comunità internazionale e i Governi  davanti alle propri e responsabilità. Sempre che non sia troppo tardi...

 

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Estate 2014

 

Mare stile familiare

Festa di Comunità 1

 

Festa di Comunità 2