Di un libro letto questa estate (Alessandro D’Avenia, Cose che nessuno sa) propongo un dialogo tra la nipote Margherita e la nonna Teresa, che parte da una domanda interessante:
« Come si fa a riconoscere l'amore vero, nonna?»
«Ah ... Na làstima ... na fevre ... na scossa 'ntu cori ... » sospirò Teresa, e dopo una pausa proseguì: «Gli uomini sono come i melloni rossi. » Lo diceva con due l e una o strascinata, perché dalle sue parti non si distingue tra anguria e melone, ma tra mellone bianco e mellone rosso. «Cioè? Ma non ci riesci a darmi una risposta senza parlare di cose da mangiare?» «Signorina, io so parlare accussì... » fece la nonna fingendosi offesa. «E quindi, dai, spiega!» «Quando tu compri un mellone non sai se è buono, vedi solo la scorza verde e le dimensioni. Ma ci sono due modi per sapere se è buono.» «Quali?» «Prima ci tuppulii sopra.» «Che fai?» «Ci bussi. E se fa un suono bello pieno e compatto, allora vuol dire che non è spugnoso, che è la cosa peggiore.» «E il secondo modo?» «Poi devi praticare un buco ed estrarre un pezzo che dalla scorza arriva fino al cuore del mellone e assaggiarlo. Questo serve a vedere se è dolce, perché dopo un mellone spugnoso non c'è niente di peggio che un mellone senza sapore. Ti ci puoi solo lavare la faccia con quello o ci puoi fare il gelo... » «Il gelo?» «Sì, una specie di budino al mellone. » «E che c'entra con l'amore?» «Come che ci trasi? Prima devi vedere se una persona c'avea testa. Ci tuppulii e vedi se è piena. Se c'ave a testa spugnosa, lassa pirdiri. Poi devi vedere se c'ave u core. Devi fare un buco che dalla scorza, che può essere pure bellissima ma non basta, arriva fino al cuore, per capire se è dolce fino in fondo. Troppi ce n'è di scorza buona e cuore senza sapore o addirittura marcio ... » «Ho capito... E tu il nonno Pietro lo hai scelto così?» «Certo! Mellone di prima qualità. Testa piena, intelligentissimo era, e cuore dolce, come pochi! E anche la scorza era speciale. »
Abbiamo ancora nonni Pietro, in giro? E ragazze che si fanno domande?
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