Natale con gli Angeli
[dropcap type="square" color="COLOR" background="COLOR" ]N[/dropcap]elle narrazioni che circondano il Bambino Gesù troviamo diversi personaggi, una sorta di settenario con cui costruire il nostro presepe: Maria con la sua maternità e col suo mistero; Giuseppe, col suo dramma segreto di sposo e padre solo legale; i pastori, gli "ultimi" che diventano primi; i Magi, gli stranieri che si trasformano in cittadini del regno; Quirinio ed Erode, il potere con le sue prevaricazioni; gli Innocenti, che incarnano l'immenso popolo delle vittime; e infine gli angeli, rivelazione della presenza del disegno divino anche nel groviglio delle vicende umane. È l'arcangelo Gabriele ad apparire a Maria (e, prima, a Zaccaria, il padre di Giovanni Battista, il "profeta" di Cristo). È «un angelo del Signore» a spingere Giuseppe alle nozze con Maria, nonostante lo "scandalo" della sua maternità extramatrimoniale; è ancora lui a indicargli la necessità della fuga in Egitto per evitare la strage di Erode e a suggerirgli il tempo opportuno per rientrare. Anche i pastori sono interpellati dagli angeli che, sopra di loro, cantano in coro. Gli angeli sono una presenza «necessaria» perché segnano il ponte di comunicazione tra la trascendenza e la storia, tra la divinità e l'umanità, avvicinando Dio all'uomo senza costringere la divinità nei limiti spazio-temporali. Essi sono la presenza del divino, della trascendenza, della luce fra gli uomini, soprattutto in questo evento capitale della loro storia.
A Natale, dunque, con gli Angeli cantiamo: “Gloria in excelsis Deo..”
Auguri
don Giuseppe e don Giampaolo