letterina 20150103

Incarnazione

Papa Francesco

Il Verbo si fece carne.
Notizia stupefacente: ciò che gli uomini della religione avevano in gran parte separato, Dio e il corpo, è sorprendentemente accaduto, non la separazione, ma il congiungimento: Dio nella carne, nel corpo, nella storia come uno di noi. Dio si è comunicato a noi non per mezzo di dottrine sublimi che solo i dotti potevano capire, si è comunicato con una vita di uomo.
Pensate: un corpo diventa il luogo della rivelazione di Dio. Un corpo lo possono leggere tutti, è un libro che possono capire tutti. Dovremmo ricordarlo anche noi. Con le parole possiamo ampiamente imbrogliare, mentire. Il corpo raramente sa mentire, se lo guardi attentamente, racconta. Così la carne di Gesù, il vissuto della sua vita, il suo corpo sono diventati racconto, per questa incredibile luminosa unione tra corpo e Verbo.
Perdonate se mi esprimo così, voi mi capite. Non ci hanno forse raccontato di Dio i suoi piedi, lui che camminava senza sosta come lo bruciasse una passione per tutti e per tutto? Non ci ha forse raccontato di Dio la sua voce, che apriva sogni agli emarginati e incupiva gli uomini dell'ipocrisia e della meschinità? Non ci hanno raccontato di Dio le sue mani, che accarezzavano i bambini, sollevavano i paralitici, spalmavano di fango rigeneratore gli occhi dei ciechi, spezzavano il pane? Non ci ha raccontato di Dio la sua sensibilità, che si sentiva sorpresa anche dal gesto timido della donna che gli aveva toccato il mantello, o della donna che lo stava profumando? Non ci hanno raccontato di Dio i banchetti con pubblicani e peccatori, che facevano festa a un rabbì che non aveva chiuso con loro? Non ci ha raccontato di Dio quel corpo senza più sangue, donato tutto, sulla croce?
Mi rimane la domanda: raccontano DIO le mie mani, i miei piedi, la mia voce, la mia sensibilità, il mio vissuto, la mia quotidianità? Come non pregare perché questo avvenga?

Da: I giorni dello stupore di Angelo Casati

 

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