Belfie
Narciso, giovine di bell'aspetto, nel mito greco si fermava a guardare la propria immagine in ogni superficie riflettente.
Oggi invece ci siamo noi - ad esempio noi italiani - che, a quanto riporta la ricerca Human Highway ci facciamo un milione di selfie ogni giorno. A differenza dell'autoscatto tradizionale il selfie possiede la caratteristica di essere fatto per diventare immediatamente pubblico, per essere visto da quanta più gente possibile. Non certo per metterlo in cornice a casa della nonna. A proposito: «Nonna, ci facciamo un selfie? Eh, ma io non bevo!»: basterebbe questo dialogo (da uno spot pubblicitario) per demolire in diretta questa mania divenuta selvaggiamente perniciosa Un antidoto? Ce lo indica, anche se un po' tangenzialmente, l'ultimo film di Gabriele Salvatores, «Il ragazzo invisibile». «Anche io da ragazzo mi sono sentito invisibile - ha dichiarato il regista - Il mio superpotere? È stato l'Oscar, mi ha dato la possibilità di fare sempre cose nuove». Michele, l'adolescente protagonista del film infatti si sente «invisibile» nei confronti degli altri a volte rammaricandosene, come quando è appunto «invisibile» agli occhi di Stella, la compagna di classe di cui è innamorato, altre volte sperando di esserlo come quando è vittima del bullismo dei compagni di classe. Morale della favola: in un mondo in cui tutti, sempre, dovunque e comunque si sentono in dovere di esserci, di mostrarsi, un buon antidoto potrebbe proprio essere quello di rendersi, in qualche modo almeno per un po' «invisibili».
Parafrasando l'amletico dubbio «essere o non essere?», mai come ora sembra tornato di attualità il celebre aforisma di un film di Nanni Moretti, in cui il protagonista dichiarava: «Mi notano di più se non vado o se vado e sto in disparte?»: andiamo pure, anche restando in disparte, ma non facciamoci un selfie.
La domanda che alcuni cominciano a porsi è: quanto tempo durerà questa moda e come eventualmente evolverà? Tra le novità lessicali del 2014 c'è infatti anche il termine «belfie», dove la lettera «b» indica l'autoscatto del proprio lato posteriore. A furia di vedere e fare foto a milioni di facce, sorrisi e smorfie, forse qualcuno avrà esaurito lo spettro espressivo del proprio lato «a» ...Narciso, insomma, rischia davvero di affogare nelle acque che tanto ha rimirato, l'immagine di sé lo ha letteralmente inghiottito, anche se è un'immagine oggi ripresa con il telefonino.