letterina 20150328

Amico in movimento

Giuda

Farisei e dottori della legge lo bollavano come "amico dei pubblicani e dei peccatori". Avevano di certo sorpreso come li guardava.
Una amicizia vera, la sua, e lo si percepiva d'istinto da come stesse bene con loro, nei loro banchetti.
Amicizia scandalosa. E lui che contro gli scandali aveva anche duramente tuonato, dallo scandalo di essere amico di pubblicani e peccatori non si era mai, proprio mai, guardato. Ne andava, secondo lui, della buona notizia del vangelo, che non è quella di un Dio barricato nella logica del "se tu sei buono con me, io sono buono con te". Sarebbe stato messaggio di una ovvietà pallida e raggelante.
Con i peccatori lui stava prima che si convertissero. E suo intimo convincimento era che a convertirli fosse proprio questo, il fatto che lo sentissero amico comunque.
Nel raccontare dei suoi amici, un nome non va dimenticato: quello di Giuda. A lui, proprio nell'ora in cui lo intravide tra le ombre degli ulivi giungere accompagnato da una folla con spade e bastoni e lo vide farsi avanti e baciarlo a tradimento, riservò quella parola grandiosa: "Amico, per questo sei qui!". Leggo la parola e mi fermo. Lui non era tipo che sprecasse parole, quasi che Giuda fosse tanto per dire, "amico", e la parola fosse in leggerezza. Lui le parole le caricava di senso, e nel caso di pensieri e di sentimenti. Usò la parola "amico", che per lui non aveva fatto il suo tempo, per lui era ancora in vigore, era ancora il tempo di dirla perché vera, era parola che specchiava il tempo continuo del suo cuore. Di più non è scritto. Ma in quella parola sussurrata nel buio del giardino già era disegnato un oltre, l'oltre di ogni oltre, come se di più non si potesse. Di più con quell'amico non poteva. E  rimango a pensare.
So che lo guardava con tenerezza, perché sulle sue labbra non ci fu, mai, menzogna. Aveva lo stesso sguardo che abbiamo noi con un amico. Lacerato e amante allo stesso tempo. Penso ai suoi occhi, al brivido che la notte più fonda non riuscì né a spegnere né a velare. Non aveva rotto, era ancora congiunto. Penso che la parola inimmaginabile, la parola "amico" non possa non aver intenerito la zolla, anche la più oscura del cuore di Giuda. Se ne andò disperato. Sommessamente oso dire disperato per amore, per tradimento di amicizia. Quella parola “amico” l'aveva messo in movimento.

Scarica qui la Lette...Rina