Trinità - Relazione
"In principio era la relazione ... ".
Inizia così una tra le opere più importanti di Martin Buber (Il principio dialogico e altri saggi - Ed. San Paolo, 1993).
Parafrasando l'inizio del Vangelo di Giovanni, l'in-principio della nostra esistenza ha radici in un incontro: il Verbo è Parola che esce dalla bocca del Padre.
E il parlare è il primo segnale di vita in una relazione. La matrice della nostra esistenza è fissata in questa meravigliosa capacità di chiamare per nome un altro. E di sentirci chiamare con il nostro nome. Il mio io si risveglia nella misura in cui è interpellato da un tu. Nessuno di noi può vivere senza l'altro. Come Dio, che nell'incarnazione ci ha rivelato che sono Uno e Tre, cioè relazione.
A immagine e somiglianza di Dio, anche noi siamo relazione. Alternativa non c'è. Pena il non esistere. Come in Dio: il Padre è Padre perché ha il Figlio. E il Figlio è Figlio perché ha il Padre. Lo Spirito è Amore perché il Padre e il Figlio si amano. lo sono io perché ho quel padre, quella madre, quei fratelli e quelle sorelle, quegli amici e quei nemici. Sono io perché sono di questo Dio Uno e Trino. “Se tu non mi parli sono come uno che scende nella fossa" grida l'orante (Salmo 28,1).
Rimaniamo in vita con un senso delle cose perché Qualcun Altro ci parla.
Il Cristianesimo ha rivelato al mondo la bellezza del tu. È’ la religione del dialogo, della reciprocità, del riconoscimento dell'altro come regalo. E come prova.
Il tu come presenza inevitabile. E ineliminabile.
Nel riconoscimento dell’altro come un tu da ospitare è sintetizzato tutto il percorso di crescita che ognuno di noi è chiamato a fare. Appena nati tutto è confinato al nostro io.
Poi, dare del tu a Dio ci ha insegnato a riconoscere nel tu del fratello un dono. Il mondo intorno a noi ha sete di profezia: è possibile vivere insieme “Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati” (Ef 4,4 )