letterina 20150613

Matrimoni. Divorziati. Comunione

Giuda

Come aiutare a capire che nessuno è escluso dalla misericordia di Dio e come esprimere questa verità nell’azione pastorale della Chiesa verso le famiglie, in particolare quelle ferite e fragili?
Questa era una delle molte domande inviate alle Diocesi come continuazione del discorso aperto al Sinodo della Famiglia. Il problema dell’ammissione dei divorziati, risposati o conviventi, ai sacramenti è tutto in quel “Come”.
Il card. Cristopher Schömborn, arcivescovo di Vienna, figlio di divorziati, alla domanda se alla fine del Sinodo si arriverà ad ammettere i divorziati alla comunione, risponde che purtroppo si vede solo il problema dei divorziati risposati. Ma non si vede il problema della famiglia più ampia, dove normalmente ci sono figli, genitori, forse ancora nonni, fratelli, sorelle, zii… Anche la questione della comunione ai divorziati risposati è una questione di comunità. La sua proposta è che, prima di chiedere se i divorziati risposati possono o meno accedere alla comunione, essi si pongano alcune domande.
Quasi un cammino penitenziale o, diciamo, un cammino di attenzione.
La prima attenzione deve essere per i figli. I genitori che fanno un cammino di penitenza devono chiedersi sempre se stanno usando i figli come ostaggi nel loro conflitto matrimoniale.
La seconda attenzione riguarda la storia del primo matrimonio. Come si può pensare di chiedere la comunione se nel cuore c’è ancora tutto il rancore per ciò che si è vissuto nel matrimonio?
C’è poi una terza attenzione. Questa la deve avere soprattutto la Chiesa. Nelle nostre comunità cristiane ci sono tante persone che mantengono la fedeltà all’ex coniuge anche dopo il divorzio, perché dicono: noi abbiamo promesso l’uno all’altro la fedeltà fino alla morte, e, anche a caro prezzo, vogliamo essere fedeli alle promesse. Che incoraggiamento dà la Chiesa a queste coppie?
Un’ultima attenzione è alla coscienza. Prima di accedere alla comunione, al di là di tutto, c’è una questione a cui ognuno deve rispondere davanti a Dio. Come mi trovo io, in coscienza, con la mia storia davanti a Dio? Questo vale naturalmente non solo per i divorziati, ma per tutti quelli che vanno a fare la Comunione.
Come si vede, il discorso dei sacramenti ai divorziati è serio e non è da prendere con faciloneria.

Liberamente tratto da Santalessandro.org

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