Anche d'estate...
Anche d’estate si muore.
Anche quando fa caldo e tutto porta verso l’ottimismo, la vacanza, il divertimento... ci si incontra-scontra con la morte. E non va nascosta.
Nel Cre, che è arrivato a metà del suo corso, non abbiamo nascosto la morte del nonno di Cristian e del papà di Gaia, una bambina che ha fatto nel maggio scorso la prima Comunione. Il funerale è stato fatto a Ponte San Pietro.
Permettete allora una piccola riflessione, quasi affidando alla famiglia queste righe per dire la nostra vicinanza al loro dolore e agli interrogativi che nascono, soprattutto per i più piccoli.
Non dobbiamo dimenticare due cose.
- La malattia, la sofferenza, la morte sono uno sconquasso della persona, della sua sicurezza interiore, delle sue convinzioni e anche della sua fede. Ma c’è da dire che, per quanto riguarda la fede, bisogna stare attenti al rapporto che molti stabiliscono fra sofferenza e castigo e che fa chiedere «Che male ha fatto nella sua vita per finire così?». Gesù stesso, nel Vangelo, smonta questo modo di vedere le cose. Allora, uno muore non perché viene castigato per qualcosa.
- Altro disorientamento della fede : “Perché il Signore lo ha fatto morire? insieme all’espressione “Dio l’ha chiamato a sé”, modo con cui a volte nella liturgia si indica la morte. Ma voi riuscite davvero a pensare che Dio stia su in paradiso a dire: oggi faccio morire quel giovane, domani quella mamma, dopodomani quel bambino, quel papà?”. È impensabile. Dio non fa morire per chiamare a sé, ma quando uno muore, Dio, che è il Dio della vita, non lo lascia finire nel nulla, ma lo accoglie nel suo abbraccio. Questa è la ragione per cui noi, anche nel distacco dalle persone più care, abbiamo la certezza che le ritroveremo.
Per i cristiani, anche nei lutti più atroci, lacrime amarissime e serenità di speranza stanno insieme. E, con le parole del canto della preghiera del Cre possiamo dire: ”Ogni giorno ripeti il miracolo e moltiplichi il pane per noi, fino a quando in cielo ci chiamerai a sedere alla mensa con Te...”