Lusinghe
Come è sotto gli occhi di tutti, come il Papa Francesco non manca di mettere in evidenza, le persecuzioni cruente come quelle dei Romani non sono mai cessate, anzi, in tutta la storia della Chiesa non ci sono mai stati tanti martiri come nello ultimo secolo. Si pensi ai martiri del comunismo, del nazismo, e ultimamente
del cosiddetto califfato. Forse cominciamo ad essere preoccupati anche noi dell’islamismo integralista e del suo espansionismo, ma, siamo sinceri, la nostra preoccupazione non è propriamente per i pericoli che corriamo come credenti. Come tali, i pericoli maggiori che corriamo non sono quelli del martirio cruento.
S. Ilario, vescovo di Poitier (315-367) suonò un campanello d’allarme, citatissimo, che anche a noi farebbe bene tener presente, perché attualissimo anche oggi:
“Noi combattiamo ora contro un persecutore più insidioso, un nemico che non ci flagella la schiena, ma ci lusinga… ci accarezza il ventre;... non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro, l’onore, il potere“.
(S. Ilario, Liber contra Constantium 5).
Pensiamo a quello che avviene nelle famiglie, o nei gruppi di amici, o nei circoli culturali. La preoccupazione che c’è per “l’invasione islamica” non è per motivi religiosi. Siamo sinceri. Noi, di sicuro, non siamo preoccupati per il pericolo che ci sarà di non poter più andare a Messa la domenica, di non poter più sposarsi in chiesa, di non poter più impegnarsi a sostenere le opere di carità cristiana…). A questa, perdita dei valori cristiani ci stiamo già riuscendo molto bene noi, senza bisogno che vengano i musulmani portarceli via. E coloro che uccidono l’anima a noi e ai nostri giovani, li abbiamo in casa, nel nostro dorato mondo occidentale. Sono i materialisti pratici, gli spacciatori di felicità artificiali, i tifosi del pensiero debole e del possedere forte, i cultori del relativismo ad oltranza, gli sbeffeggiatori dei profeti... Attenzione, amici! Forse senza volerlo, per mancanza di vigilanza, o incapacità di discernimento, ne siamo diventati complici anche noi, contribuendo così all’uccisione dell’anima dei nostri ragazzi…È quindi urgente che noi tutti facciamo di tutto per educare a conoscere la speranza che i cristiani hanno da Gesù risorto e che insegniamo a saper rendere ragione di questa speranza.
Adattamento da santalessandro.org