MDMA: ecstasy
In settimana la parola più pronunciata è stata sicuramente caldo.
Che caldo! Quando finirà questo caldo? A creare ancor più il senso di oppressione ci si mettono come sempre giornali e telegiornali, statistiche dell’ultimo secolo... Ma, in settimana, l’opinione pubblica è sicuramente rimasta sgomenta per alcune morti di giovani e adolescenti. Sarà perché immediatamente un genitore pensa: se fosse mio figlio? Sarà perché ciò che è giovane -e quindi in divenire- cattura sempre. E, non ultimo, perché il male fa male.
In queste righe permettete una sosta su Lamberto, il sedicenne morto al Cocoricò di Riccione (uno dei templi techno della modernità che tirava già quando ero adolescente io). E, ovviamente sul pusher. Per le mie nonne, pusher significa letteralmente “chi spinge” e per i giovani è lo spacciatore. Detto così è più comprensibile e forse più netto.
Da noi ci sono gli spacciatori? Da noi c’è chi spinge?
Se c’è chi fuma e si fa, è chiaro che sì! Se alcuni adolescenti si fanno e fumano... è chiaro che sì! Ho provato a pensare : come si sentirà quel pusher ? (per di più amico di Lamberto)
Ancora: si è proprio amici spingendo sull’acceleratore? Potrà guardare negli occhi i genitori dell’amico morto? Ecco, mi piacerebbe che i nostri pushers nostrani - qualcuno azzarda anche dei nomi, tutti di buona famiglia, ovviamente- provassero a pensarci bene: dove stiamo spingendo? Bisogna aspettare che anche tra noi qualcuno schiatti per rendersi conto che ci sono modi più puliti per fare soldi e arrotondare paghe e paghette di fine settimana? Li vorrei vedere questi pushers a guardare negli occhi i genitori dei deboli che foraggiano i loro giri e non lasciano mai sguarnita la “piazza”...
Li vorrei vedere anche prendere la parola durante un funerale... Basterà dire davanti ad una bara: ”Io non credevo, non pensavo, non immaginavo”?