Donne e uomini capaci di carità
Leggiamo l’inizio della Lettera del Vescovo per l’anno pastorale 2015-2016
L'icona scelta per rappresentare il cammino di quest'anno è quella del Buon Samaritano. Tra i molteplici passaggi del racconto di Gesù, vorrei particolarmente sottolineare il sentimento della compassione. È il sentimento che cambia lo sviluppo della narrazione.
I diversi protagonisti passano sulla medesima strada e vedono la medesima scena, ma colui che avvia un processo di salvezza è chi si lascia muovere interiormente, visceralmente, dalla compassione.
Oggi si sottolinea spesso come le prese di posizione dell'opinione pubblica siano soprattutto di indole viscerale. Si parla di emotività, di istinti, di impulsività, affermando che massmedia e capipopolo sollecitano volutamente queste reazioni per i propri interessi. Nella parabola ci viene presentata una condizione per certi versi analoga, ma di tenore assolutamente diverso: ci troviamo davanti ad una visceralità che muove a condividere la sofferenza di chi soffre, a ribellarsi alle cause di questa sofferenza adottando scelte che non la moltiplichino e a soccorrere in modo fattivo chi dalla sofferenza è provato.
La compassione è la stessa visceralità di Dio nei confronti dell'uomo e della sua radicale condizione di precarietà.
La compassione evangelica rappresenta il tratto del coinvolgimento personale nella relazione con l'altro e determina una trasformazione che assume il volto del prossimo. Gesù indica nell'inseparabilità dell'amore di Dio e del prossimo il comandamento più grande. Questo primo insegnamento è decisivo, ma inevitabilmente solleva la domanda: chi è il mio prossimo? L'esito finale della parabola stravolge ogni definizione di prossimo proiettata fuori di noi e indica invece una scelta, una determinazione, uno stile: il prossimo non si sceglie, ma prossimo si diventa.
Il comandamento dell'amore prevede che sia io a farmi prossimo ad ogni persona umana, particolarmente a chi è provato nella vita. "Va', e anche tu fa lo stesso" è l'indicazione fondamentale che Gesù consegna al lettore del Vangelo e al discepolo che crede in Lui. Chi è il cristiano? Si tratta di una domanda dalle molte risposte. Ne evoco una che può suonare come provocazione, ma che in questo contesto mi sembra del tutto pertinente: "Il cristiano è colui che ama".
+Vescovo Francesco