Opere di misericordia
Già nel primo incontro con i catechisti abbiamo affidato il “compito” minimale dell’anno: arrivare a giugno, sapendo le opere di misericordia, corporali e spirituali. Del resto Papa Francesco le suggerisce proprio per il Giubileo della Misericordia e il catechismo di Pio X (cui è dedicato il nostro Oratorio) le elenca insieme a tante altre formule. Occorre tener esercitata la memoria, perché qualcosa rimanga nella zucca e nel cuore. Anche i gruppi adolescenti le hanno ricercate e abbinate al quadro che Caravaggio ha dipinto a Napoli nel 1606-1607.
In settimana inizierà la catechesi adulti (giovedì, dopo la messa delle 9.00): anche qui il tema sarà legato a queste opere che ritroveremo nei cammini di Avvento e Quaresima e nei gruppi delle case (per questi l’incontro di programmazione è venerdì 16 ottobre).
Dunque le opere. Corporali o spirituali, la radice di queste opere è la stessa: l'amore verso il prossimo e, a monte, la misericordia di Dio nei confronti degli uomini, misericordia che ha la sua icona più espressiva nel volto del Gesù dei vangeli, attento ai bisogni di quelli che lo seguono, alle lacrime di chi soffre, alla fame di chi potrebbe venire meno per strada per non avere mangiato, al bisogno di perdono di chi ha sbagliato.
La tradizione cristiana antica abbonda di elenchi di opere di misericordia. Alla mente di coloro che li hanno formulati era presente l'elenco di Gesù nel Vangelo di Matteo, le sei opere di bene fatte o trascurate da coloro che sono convocati per l'ultimo giudizio, ma erano presenti anche tutte le altre indicazioni del Signore sulla carità.
San Giovanni e San Giacomo raccomandavano:
” Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1Gv 3,18),
“Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi.” (Gc 1,22)