Giornata della carità e disagio psichico
La Giornata Diocesana della Carità è un’occasione affidata alla comunità cristiana per assumere sempre più i tratti del Cuore misericordioso di Cristo, Buon Samaritano dell’umanità.
In questo Anno Pastorale la Lettera del nostro Vescovo Francesco, Donne e uomini capaci di carità, ci invita ad essere nella Chiesa e nel mondo segno concreto dell’agire di Dio, ponendo gesti di reale sostegno verso coloro che vivono situazioni di forte disagio e povertà. L’attenzione scelta dalla nostra Diocesi in questa giornata è rivolta in modo particolare a coloro che soffrono a motivo di un disagio psichico e spesso si trovano in situazioni di esclusione e abbandono. La malattia mentale è un tema spesso allontanato con timore, guardato con sospetto, non affrontato con sufficiente interesse e solidarietà. In verità la quasi totalità delle persone, nel corso della vita, si è dovuta confrontare con questo problema o all’interno delle mura domestiche o presso amici, conoscenti, colleghi di lavoro.
Il disagio psichico è un fenomeno diffuso: gli studi condotti in merito affermano che circa l’1,5 % della popolazione soffre di problematiche riconducibili ad un disturbo mentale. Sulla scia di questo dato è ipotizzabile che in un territorio come la nostra Provincia ci siano dalle sedici alle ventimila persone segnate da tale patologia. La depressione rappresenta certo uno dei disordini mentali più gravi e diffusi e, nei casi estremi, può condurre anche al suicidio. Le famiglie che si trovano in prima persona dentro tale situazione di povertà vivono sovente la solitudine, talvolta sono abbandonate ed accusate, sempre bisognose di speranza e di affetto.
Le iniziative di volontariato, presenti sul nostro territorio, faticano a generare una solidarietà diffusa (basti pensare che su circa tremila gruppi di volontariato, solo venti-trenta si occupano direttamente di disturbi legati alla psichiatria).
Nel contesto della Giornata diocesana della Carità, le nostre comunità parrocchiali abbiano il coraggio, che nasce dalla fede nel Signore Gesù, di porre la dovuta attenzione a questi “cittadini invisibili”, sovente appesantiti da altre forme di povertà, dipendenza ed esclusione, perché non siano dimenticati e perchè l’incontro con il povero ci provochi, ci interpelli, ci evangelizzi.