letterina 20160109

Il codino della giostra

CantaeCammina

Quando ero bambino e arrivavano le giostre sotto casa, mi piacevano da matti, sceglievo sempre il cavallo o l'astronave.
C'era il gioco del codino, chi riusciva a strapparlo vinceva un giro gratis. I bambini impazzivano per prenderlo, quando toccava a loro ce la mettevano tutta e se non ci riuscivano si guardavano in giro per controllare che anche gli altri bambini non lo avessero preso, così da avere un' altra possibilità. Per loro il giro in giostra serviva a quello, ad acchiappare il codino. Quando ce la facevano si voltavano verso i genitori, fieri e orgogliosi. Il codino era il loro trofeo.
Una volta mio padre mi chiese perché non ci provassi neanche, a prenderlo, capitava che il ragazzo della giostra me lo facesse scivolare addosso, mi sarebbe bastato allungare la mano, e lo avrei afferrato. Gli adulti ridevano di me, ma a me non interessava, ero concentrato sul mio viaggio, non mi importava avere un secondo gratis, mi importava godermi quello che stavo facendo.

Questo passaggio di un libro* che sto leggendo (uno di quelli non “impegnati” che cerco di leggere per capire il “sentire” comune del tempo che viviamo) mi ha fatto pensare all’infanzia, perché era proprio così. Io poi avevo uno zio che era nel mondo degli spettacoli viaggianti e anche a me è capitato di stare sulla giostra, ma, anche, di essere quello che manovrava il codino, offrendolo soprattutto ai bambini che sembravano impacciati, timidi o non interessati, proprio come racconta il libro.
Ma poi, leggendo, ritrovo anche il modo di stare nel mondo. Troppi sono sulla giostra della vita pensando ai trofei. Pochi, forse, assaporano e gustano lo starci. Un anno davanti non per cercare trofei, ma per fare bene la nostra parte. Per stare al mondo senza fughe e illusioni.

*F.Volo: E’ tutta vita

 

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