letterina 20160206

40

DonBosco

“A Natale puoi...fare quello che non puoi fare mai...” Ma in Quaresima, a Pasqua? Se nessuno ti canta il “gingle” come ti orienti? A noi seve la canzoncina per fare le cose...
La Chiesa nella sua meravigliosa maternità, senza cantarci ritornelli da pubblicità, ci offre una Parola. E un numero: 40. Quaranta è un numero importante perché è un tempo sufficiente, tutto il tempo necessario, perché, voltate le spalle alla schiavitù, qualsiasi nome abbia, muoia in noi l’affetto che abbiamo per i nostri idoli. Perché nella terra promessa si entra con un cuore nuovo, integro, cioè non più mischiato. Un cuore puro, cioè non costretto da prostituzione, come di chi per soddisfare le voglie di tutti, soprattutto dei potenti, si vende dimenticando di essere l'immagine e la somiglianza di un Dio libero.
E una Parola. Nel deserto mai Dio ha lasciato il popolo senza una Parola. Una compagnia che consola ma anche scomoda. Perché è come trovare sul terreno delle orme e sentire una voce che ti dice: "passa da qui! Se vuoi vivere, se davvero vuoi vivere, cammina per i miei sentieri. Ti ho raccolto che ancora ti dibattevi nel tuo sangue. Eri informe ma io ho sognato per te. Ti condurrò fuori dall'Egitto e tu gusterai frutti di vita nuova. E non dovrai più litigare per avere qualcosa da mangiare perché ce ne sarà in abbondanza per tutti. Non chiamerai più tuo fratello ladro. Né sarà più clandestino. Perché tu gli offrirai la possibilità di non doversi più nascondere. Ho moltiplicato il pane per te, ho cambiato l'acqua in vino per te: perché non mi dai la possibilità di farti vedere ancora la potenza della mia paternità? I gesti di mio Figlio, opera delle mie mani, non sono lettera morta. Il mio Spirito non ha scritto Vangeli come cronache di eventi passati. Tutto è vivo innanzi a me e a te. Tutto prende vita da me per te. Principio di tutto è la fede. Opera delle opere è la fede. Allora si apriranno in tuoi occhi: vedrai camminare ciechi per vie che non conoscono, udire i sordi, saltare gli zoppi, cantare i prigionieri e i morti risuscitare. Allora credi. Credi, figlio mio, credi!".

 

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