letterina 20160313

Intervista al papa

OpMis

Le famose " opere di misericordia" della tradizione cristiana sono ancora valide per questo terzo millennio, oppure occorre ripensarle?

Sono attuali, sono valide. Forse in qualche caso si possono tradurre" meglio, ma restano la base per il nostro esame di coscienza. Ci aiutano ad aprirci alla misericordia di Dio, a chiedere la grazia di capire che senza misericordia la persona non può fare niente, che tu non puoi fare niente, e che «il mondo non esisterebbe» come diceva la vecchietta che incontrai nel 1992.
Guardiamo anzitutto alle sette opere di misericordia corporale: dar da mangiare agli affamati; dar da bere agli assetati; vestire chi è nudo; dare alloggio ai pellegrini; visitare gli ammalati; visitare i carcerati; seppellire i morti. Mi sembra che non ci sia molto da spiegare.
E se guardiamo alla nostra situazione, alle nostre società, mi sembra che non manchino circostanze e occasioni attorno a noi. Di fronte al senza tetto che staziona sotto casa nostra, al povero che non ha da mangiare, alla famiglia dei nostri vicini che non arriva a fine mese a causa della crisi, perché il marito ha perso il lavoro, che cosa dobbiamo fare? Di fronte agli immigrati che sopravvivono alla traversata e sbarcano sulle nostre coste, come dobbiamo comportarci? Di fronte agli anziani soli, abbandonati, che non hanno più nessuno, che cosa dobbiamo fare? Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo. Siamo chiamati a servire Gesù crocifisso, in ogni persona emarginata, a toccare la carne di Cristo in chi è escluso, ha fame, ha sete, è nudo, carcerato, ammalato, disoccupato, perseguitato, profugo. Lì troviamo il nostro Dio, lì tocchiamo il Signore.
Ce l'ha detto Gesù stesso, spiegando quale sarà il protocollo sulla base del quale tutti saremo giudicati: ogni qual volta avremo fatto questo al più piccolo dei nostri fratelli, l'avremo fatto a Lui (Vangelo di Matteo 25, 31-46).
Alle opere di misericordia corporale seguono quelle di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti...
Ricordiamo sempre le parole di san Giovanni della Croce: «Alla sera della vita, saremo giudicati sull'amore».

Da: Il nome di Dio è misericordia. A. Tornielli intervista il Papa

 

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