letterina 20160522

Cose di casa 3

Palazzago

“Ho telefonato già alcune volte perché N.N. è morto e volevamo dirglielo subito”.
Vado e trovo già tutto apposto e deciso con le pompe funebri.
Chiariamo: se la persona è già morta, andare subito può essere un atto di attenzione, di cortesia, di vicinanza, ma a quel punto dare la benedizione subito o il giorno dopo non cambia assolutamente. Può sembrare brutale ma è così: i sacramenti sono per i vivi, quindi bisognerebbe insistere prima che chiuda gli occhi, non dopo.

“Ma non è la stessa cosa la benedizione o l’unzione?”
No, cari miei! L’unzione è un sacramento (sì, uno dei sette); la benedizione no.
So bene che si creano tante perplessità e problemi per non far capire alla persona che sta morendo... Ma siamo così sicuri che non sia più un problema per chi resta e non per chi va? Sempre più mi pare di vedere che chi ci sta lasciando lo percepisca e per attenzione ai familiari faccia come se non... Partire, non da soli, ma con la compagnia del Signore (anche attraverso l’unzione) può essere il regalo più bello che facciamo. E poi l’unzione, in diverse occasioni, non è il sacramento dell’addio ma quello che ridona la forza. Tant’è che alcuni anziani, che l’hanno capito, ogni anno, fosse per loro, riceverebbero l’unzione. Poi ci ricordiamo vero che in estate il Comando di Polizia (e non il Parroco come qualcuno dice) prescrive i funerali al mattino? In ogni caso non sono certamente di serie B! Anzi i pochi celebrati al mattino han visto una grande partecipazione.
Rimane però nella testa di molti che debbano essere al pomeriggio. Mi spiegate il perché? E non dite per il lavoro perché è almeno lo stesso. Chissà quando si comincerà a celebrarli insieme (anche se certo non si può prevedere il giorno dell’ad-Dio). Del resto l’indole dei sacramenti è sempre comunitaria: pensiamo al Battesimo, all’Eucarestia... Resistono nell’immaginario Matrimonio e Funerali.

 

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