letterina 20160611

Cose di casa... reale

Pulizie

Dal 21 aprile la regina Elisabetta II è la monarca più longeva della storia del regno e, mentre a Londra si celebra ufficialmente il suo compleanno e quello del marito (95 primavere) lei ha deciso di parlare pubblicamente, per la prima volta, della sua fede cristiana.
In un libretto, la regina racconta la fedeltà a Dio. Un’esperienza sperimentata fin da bambina, durante gli anni difficili della seconda guerra mondiale, poi alla morte dell’amatissimo padre, nella durata di un matrimonio tutto sommato felice con un uomo dal carattere non sempre facile, lungo i tre tormentati divorzi dei figli e attraverso la morte della nuora Diana quando, abbandonata per la prima volta dai sudditi, la regina visse il momento più critico del suo lungo regno. “Sono profondamente consapevole di quanto io conti sulla mia fede come guida attraverso ore facili e altre più difficili” scrive Elisabetta nella pubblicazione intitolata “The Servant Queen and the King She Serves” (La regina servitrice e il Re che lei serve). E ancora: “Ogni giorno è un nuovo inizio e so che l’unico modo di vivere è dare il meglio di me stessa fidandomi completamente di Dio. Attingo la mia forza dal messaggio di speranza del Vangelo”.
Appena tredicenne consegnò al padre, re Giorgio V un poema perché lo leggesse a una nazione che, stremata dalla prima guerra mondiale si preparava ad affrontare la seconda. “Ho chiesto all’uomo che stava sulla soglia del nuovo anno: ‘Dammi una luce che mi faccia camminare al sicuro in un territorio sconosciuto’. E mi rispose: ‘Esci nel buio e metti la tua mano in quella di Dio. Sarà meglio per te della stessa luce e più sicura di una via conosciuta’ “
L’incoronazione, il 2 giugno del 1953, fu il momento in cui la sua vita cambiò per sempre. Quando, lontano dalle telecamere, vestita soltanto di bianco, senza gioielli, proprio come una sposa, Elisabetta venne consacrata con l’olio dall’arcivescovo di Canterbury, al servizio di Dio e della nazione, essere regina divenne la sua missione e vocazione. Nostalgie monarchiche? No, ma di persone che servono. 

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