Cura
Una giovane famiglia: mamma, papà e un bambino.
Mentre mangiano il papà dice che nel pomeriggio andranno sulla giostrina e poi aggiunge al piccolo: ”Gabriele, anche se non prendi la coda dell’orsacchiotto non fa niente e se la prendono gli altri bambini, non sono cattivi, come tu non sei cattivo quando la prendi. Sono più fortunati, hai capito? Non devi dire cattivi”.
E penso che questa scena molto probabilmente è già successa: Gabriele si è lasciato portare via la coda dagli altri bambini e ha reagito dicendo loro “cattivi”.
Sorrido, pensando che nella giostra della vita capita anche ai grandi di dire “cattivi” (o molti altri epiteti più crudi) a chi prende la coda prima di noi (un’opportunità, un’occasione, una fortuna..)
In modo molto semplice questo papà sta educando alla vita con un ragionamento che riguarda qualcosa di molto piccolo eppure così importante per il bambino. Sì! Si educa così, facendo pensare, ragionando sulle cose, introducendo al mondo con occhi trasparenti, non invidiosi (ci ricordiamo che invidia è in-videre: guardare contro, ostilmente, male?)
Occhi di papà che aprono gli occhi del figlio. Anche questo è “dare alla luce”. E non lo fa solo la mamma.
Anche questo è prendersi cura.
Cura è la parola d’ordine della festa di Comunità iniziata questa settimana.