Donare e perdonare
Accompagniamo i passi del vicariato verso la Porta Santa in Cattedrale a Bergamo con alcune parole del Papa
«Il cristiano deve perdonare, perché è stato perdonato». E non «spiumare gli altri con critiche, invidie e gelosie». Lo ha esclamato, a braccio, il Papa. «Tutti noi, che siamo qui oggi in piazza – ha proseguito rivolgendosi sempre fuori testo ai 25mila fedeli presenti in piazza San Pietro – siamo stati perdonati, nessuno di noi nella sua vita non ha avuto bisogno del perdono di Dio. E perché noi siamo stati perdonati dobbiamo perdonare, lo ripetiamo ogni giorno nel Padre Nostro. Se Dio ha perdonato noi, come non possiamo noi perdonare? Siamo forse più grandi di Dio? Perdoniamo!». «La Chiesa non può che essere sacramento della misericordia di Dio nel mondo, in ogni tempo e verso tutta l’umanità», ha ricordato Francesco: «Ogni cristiano, pertanto, è chiamato a essere testimone della misericordia, e questo avviene in cammino di santità. Pensiamo a quanti santi e sante della carità illuminano la storia della Chiesa!
Tutti sono diventati misericordiosi perché si sono lasciati riempire il cuore dalla divina misericordia. Hanno dato corpo all’amore del Signore riversandolo nelle molteplici necessità dell’umanità sofferente. In questo fiorire di tante forme di carità è possibile scorgere i riflessi del volto misericordioso di Cristo».
“Perdonare” e “donare”: sono questi, per il Papa, i due verbi che spiegano «che cosa significhi per i discepoli essere misericordiosi». «Gesù non intende sovvertire il corso della giustizia umana, tuttavia ricorda ai discepoli che per avere rapporti fraterni bisogna sospendere i giudizi e le condanne», ha detto Francesco a proposito del primo verbo: «È il perdono infatti il pilastro che regge la vita della comunità cristiana, perché in esso si mostra la gratuità dell’amore con cui Dio ci ha amati per primo». «Giudicare e condannare il fratello che pecca è sbagliato, non perché non si voglia riconoscere il peccato ma perché condannare il peccatore spezza il legame di fraternità con lui e disprezza la misericordia di Dio, che invece non vuole rinunciare a nessuno dei suoi figli». «Una persona che non è misericordiosa è perfetta? No! Una persona che non è misericordiosa è buona? No. La bontà e la perfezione si radicano sulla misericordia».
Nel discorso della montagna, che si apre con le Beatitudini, «Il Signore insegna che la perfezione consiste nell’amore, compimento di tutti i precetti della Legge», ha ricordato Francesco: «In questa stessa prospettiva, san Luca esplicita che la perfezione è l’amore misericordioso: essere perfetti significa essere misericordiosi».