Case da salvare
In questi anni, e soprattutto nell’ultimo, sentiamo spesso parlare di casa. Casa di Comunità. E la Lette...Rina puntualmente ci aggiorna sui lavori, sulle entrate e uscite, abbinando sul sito anche alcune foto dell’iter. Ma non dobbiamo dimenticare l’emergenza casa che in bergamasca e non solo investe molte famiglie.
In occasione delle Giornate Diocesane della Carità, sabato 12 e domenica 13 novembre, introdotte con la raccolta di San Martino e dei viveri porta a porta, don Claudio Visconti, direttore della Caritas Diocesana Bergamasca, richiama l’attenzione delle parrocchie sul tema delle famiglie che si trovano a vivere situazioni di emergenza abitativa. A partire da ottobre 2014, infatti, su indicazione del Vescovo Francesco, grazie alla collaborazione tra Caritas Diocesana Bergamasca e diversi altri soggetti ed enti, è stato istituito il fondo Famiglia-Casa in favore di famiglie momentaneamente in difficoltà economica. Duplice l’obiettivo del progetto: da una lato evitare che le famiglie incapaci di pagare l’affitto della propria casa si trovino ad affrontare situazioni di esclusione sociale, dall’altro contrastare il fenomeno degli sfratti dovuti ad incolpevole morosità, garantendo ai proprietari delle case un pagamento certo, anche se in maniera ridotta, del canone.
Le famiglie beneficiarie del servizio, 138 dall’inizio del progetto, 64 quelle ancora attualmente coinvolte nell’iter, si rivolgono in primis ai servizi sociali del Comune di residenza, che, una volta valutata la richiesta, attivano l’ “Accordo per la casa” che vede come attori Caritas, principale erogatrice del fondo, oltre che responsabile della parte (in)formativa, il Comune, contribuente per il 25% del canone di locazione, il proprietario dell’immobile, invitato a ridurre fino al 15% il costo dell’affitto per tutta la durata dell’accordo e la famiglia stessa, che, a seconda della condizione economico – finanziaria, partecipa al pagamento dell’affitto con un minimo del 10%.
Si riporta che l’età media dei soggetti aiutati è 47 anni, che nella quasi totalità dei casi sono presenti minori, che il 32% dei richiedenti il fondo è di origine italiana.