letterina 20161211

...anche noi...

Monticelli

Ascoltare, sperimentare, testimoniare: sono gli ingredienti più importanti della catechesi per gli adulti secondo le indicazioni di fratel Enzo Biemmi, nei giorni scorsi a Bergamo per un incontro con i catechisti della nostra diocesi.
«Ci troviamo – spiega fratel Enzo – in un momento di passaggio molto forte dal punto di vista culturale. Gli adulti che abbiamo di fronte hanno seguito la catechesi tradizionale, hanno una formazione cristiana, ma poi – per la maggior parte – si sono allontanati dalla comunità. Hanno un’infarinatura di cristianesimo che però non ha fatto presa sulla vita delle persone, sulle loro scelte, salvo alcune eccezioni. Credo che la sfida più difficile e importante sia accompagnare questi adulti a una riscoperta della fede non di tipo intellettuale ma nell’esperienza, nella vita.
Ci sono alcune esperienze che, come indicano anche gli Orientamenti sulla catechesi della Cei del 2014, possono diventare vere e proprie soglie di fede, ovvero concrete possibilità di riavvicinarsi». Sono momenti che coincidono in genere con esperienze forti, cruciali della vita: come quando ci si innamora, si battezza un bambino, lo si accompagna nei sacramenti di iniziazione cristiana.
«Da parte della Chiesa – sottolinea fratel Biemmi – è importante che non ci sia soltanto un annuncio verbale del messaggio cristiano ma uno stile di accoglienza, una proposta di esperienze che possano far riscoprire come significativa una parola bella di Vangelo, un patrimonio di formazione religiosa che è rimasto lì latente. Poi ci sono passaggi invece difficili, periodi di crisi, comunque decisivi: problemi a livello familiare, il fallimento di un matrimonio, una malattia, un lutto. La proposta di fede dev’essere legata a ciò che le persone realmente vivono e non alla sistematicità dei contenuti da trasmettere». Una catechesi, insomma, marcatamente più narrativa e più partecipata, ormai patrimonio di molte diocesi italiane. Ci siamo discostati dal metodo espositivo dottrinale, si tratta molto di più di catechesi con gli adulti piuttosto che agli adulti o per gli adulti.
Chi accompagna si implica personalmente in modo testimoniale, c’è spazio per uno scambio di esperienze e per l’ascolto della parola di Dio». «Chi frequenta la catechesi per adulti apprezza di poter avere accanto persone che leggono con loro, dialogano, si confrontano sulla vita, non hanno paura a manifestare se stessi e la propria ricerca di fede, e questo convince molto di più di un incontro in cui vengono semplicemente trasmessi contenuti, anche se in modo molto competente».

Non vi pare che sia ciò che anche noi stiamo facendo con i gruppi nelle case?

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