Spiccare il volo

Spiccare il volo

Dopo le allodole e i gufi della scorsa settimana - immagini utilizzate per significare le possibilità dei giovani - arriviamo alle aquile.

Le aquile vivono circa 70 anni,  ma a 40 anni devono “prendere” una decisione difficile: 
le unghie cresciute non riescono più a trattenere la preda,
il becco diventa troppo curvo verso il petto e non è più utile,
le piume invecchiate appesantiscono e volare diventa arduo.
Hanno due alternative: rassegnarsi pessimisticamente e morire, o affrontare un doloroso processo di rinnovamento che consiste nel ritirarsi in un nido tra le montagne, colpire la roccia con il becco finché non si spezza, attendere il suo riformarsi per poi troncare i vecchi artigli; infine con quelli ricresciuti strapparsi tutte le piume.
Quindi dopo mesi di sacrifici e cicatrici, c’è la rinascita:
l’aquila può spiccare il volo e tornare ad accoppiarsi e donare vita, perché unghie acuminate, becco a uncino ripiegato su di sé e piume pesanti la distaccavano da sé, dagli altri, dalla realtà.

Quanto dovremmo imparare dalle aquile ad affrontare i nostri artigli, i nostri uncini ripiegati, le nostre pesantezze, le nostre chiusure, i nostri pessimismi, le “nostre” croci che come zavorre ci condannano, schiacciano, uccidono.

Quanto dovremmo imparare a scegliere la “sua” croce, la sua logica di vita nuova, anche se è ruvida e impegnativa.

 

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