Europa, malata di stanchezza...

Europa, malata di stanchezza...

“Aiutiamo l’Europa di oggi, malata di stanchezza, a ritrovare il volto sempre giovane di Gesù e della sua sposa”. Papa Francesco ha concluso con questo invito l’omelia della messa con i partecipanti all’assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), in occasione del 50° della sua istituzione.


Quante persone non hanno più fame e sete di Dio! Non perché siano cattive, no, ma perché manca chi faccia loro venire l’appetito della fede e riaccenda quella sete che c’è nel cuore dell’uomo: quella ‘concreata e perpetua sete di cui parla nostro padre Dante e che la dittatura del consumismo, leggera ma soffocante, prova a estinguere”.
“La mancanza di carità causa l’infelicità, perché solo l’amore sazia il cuore”. “Ogni ricostruzione avviene insieme, nel segno dell’unità. Con gli altri. Ci possono essere visioni diverse, ma va sempre custodita l’unità. Perché, se custodiamo la grazia dell’insieme, il Signore costruisce anche lì dove non riusciamo”.
“Tanti in Europa pensano che la fede sia qualcosa di già visto, che appartiene al passato... Perché? Perché non hanno visto Gesù all’opera nelle loro vite. ... Perché Dio si vede nei visi e nei gesti di uomini e donne trasformati dalla sua presenza. E se i cristiani, anziché irradiare la gioia contagiosa del Vangelo, ripropongono schemi religiosi logori, intellettualistici e moralistici, la gente non vede il Buon Pastore. Non riconosce Colui che, innamorato di ogni sua pecora, la chiama per nome e la cerca per mettersela in spalla. Non vede Colui di cui predichiamo l’incredibile Passione, proprio perché Egli ha una sola passione: l’uomo. Questo amore divino, misericordioso e sconvolgente, è la novità perenne del Vangelo”. “Il Vangelo non ci chiede di dimostrare, ma di mostrare Dio, come hanno fatto i santi: non a parole, ma con la vita. Chiede preghiera e povertà, chiede creatività e gratuità”.

 

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