Carità di casa

Carità di casa

All’inizio del mio ministero, un bel po’ di anni fa, rimasi colpito quando una ragazza, tristemente arrabbiata e risentita con sua mamma, diceva a me e alle coetanee: “Mia mamma non mi ha mai detto una volta ti voglio bene. Mai alcun gesto di tenerezza e di amore nei miei confronti”. Qualche giorno dopo, la ritrovo all’oratorio, mi avvicino e le chiedo come stava, dal momento che l’avevo vista arrabbiata con la mamma. Come fuoco sotto la cenere, si è riaccesa caricando spietatamente altre ingiurie contro sua madre.


Alla fine le chiedo: “Chi ti prepara da mangiare a casa?”. Lei risponde: “Mia madre”. Io proseguo: “Chi ti lava e stira i panni?”. Lei risponde: “Mia madre”. Io insisto: “Chi tiene pulita la casa? Chi ti fa il letto?”. Lei inizia a capire e con un po’ di rossore in viso e voce sommessa dice: “Mia mamma”.
Io concludo: “Tua mamma non ti avrà mai detto a parole ti voglio bene, ma te lo dice tutti i giorni preparandoti il pranzo e il piatto che preferisci, lavando e stirando i tuoi panni, riordinando la casa e la tua camera ...”.
Lei conclude: “Vado a casa a scusarmi con mia mamma e a dirle grazie, ti voglio bene”.
E’ stata una piccola storia che mi ha aiutato a capire tante cose sull’amore e sulla carità “di casa”.
Ripensando in questi giorni ai nostri cari che non sono o che ci sono ancora, penso sia importante far tesoro di questo. Dietro le pentole da cucina, nel bucato profumato di una lavatrice, nelle pieghe di un ferro da stiro, nello stipendio portato a casa faticosamente la fine del mese, quanti “ti voglio bene” detti diversamente, senza che noi ce ne accorgiamo.
Diciamo a loro almeno grazie. Non costa niente.

d. Angelo

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