C’è forse ancora una Parola da dire?

C’è forse ancora una Parola da dire?

Non si parla d’altro. Il virus, anche se più debole, anche se meno di prima, anche se più risolutivo, anche se, anche se, anche se: c’è ancora! Si cerca di parlare d’altro, di trovare altre argomentazioni, ma non ci riusciamo. Siamo diventati tutti medici e infermieri, tutti scienziati, tutti operatori sanitari. Anche noi preti, pretendiamo di dire la nostra su questo, cosa ci volete fare?! …
Non possiamo nascondere che i social e i media da sempre, oggi più che mai, fanno da “padroni del sapere”. Dicono tutto e il contrario di tutto. E noi, allo stesso modo, li inseguiamo: né più né meno.


Nella delicatezza (e confusione) di questo nostro tempo, vale forse la pena di prendere un attimino le distanze da un certo “sentire comune” e interrogarci seriamente e “cristianamente”: quale male oscuro impigrisce il mio pensiero, sfianca le energie, dissuade dal sognare? Quali paure bloccano lo slancio? Chi ci ha convinto che quando c’è la salute c’è tutto, se per l’ossessione di custodire la salute ti privi di tutto?
Sembra che il virus, che stiamo combattendo e che cerchiamo con ogni mezzo di arginare, abbia seminato non solo malattia e morte, ma un male più oscuro, una paralisi dello spirito, una sospensione della vita, una confusione sul suo significato, uno scoraggiamento e un senso di impotenza.
Dentro queste domande che frullano e provocano la mia vita, c’è forse ancora una parola da dire? C’è forse ancora uno sguardo da rivolgere in alto? C’è ancora una stella da inseguire per questa umanità che a volte preferisce la disperazione alla speranza, che preferisce fare a meno di Dio, piuttosto che lasciarsi inquietare dall’invito alla conversione? Prendo quindi coraggio e rivolgo l’invito a tutti: in questo tempo di pandemia che ci assilla, mettiamoci in cammino per andare a Betlemme con i Magi ad adorare il re dei Giudei, il Cristo, il nostro Dio e salvatore Gesù Cristo. Riconosciamo che abbiamo bisogno non solo della salute, ma della salvezza! E Gesù è il Salvatore, è la salvezza di tutti, nessuno escluso!
Forse oggi troviamo antipatico imitare i Magi che “provarono una grandissima gioia, entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”. Ma io, e tutti i cristiani, vogliamo fare così. Forse potremo essere come una stella che offre grandissima gioia alla gente del nostro tempo che sa alzare lo sguardo.
d. Angelo

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