Essere tutti un Ognuno ...

Nel mondo di oggi, secondo lo scrittore David Grossman, sono pochi coloro che vivono all’insegna del bene, decidendo di condividere i sentimenti e gli stati d’animo degli altri, mentre molti trovano piacere nel male.

“Il male oggi è l’indifferenza, voltare le spalle nei confronti del prossimo. Non possiamo restare indifferenti di fronte alle tragedie che avvengono nel mondo. E’ difficile scegliere di soffrire.”

Forse non ha tutti i torti: l’indifferenza è ancora più inquietante dell’odio stesso.
Sappiamo tutto sulla miseria del mondo, sulle catastrofi naturali, abbiamo molte occasioni di confronto con gli altri, differenti da noi, ma il risultato non è quello dell’attenzione o del rigetto, bensì quello dell’insensibilità.
Si è sempre più distaccati, impassibili, apatici di fronte al mondo che bussa alle porte della nostra casa ben protetta e isolata.
Ho letto recentemente un articolo su un quotidiano, dove l’autore raccontava una storia simpatica di quattro persone chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno, Nessuno.
C’era un lavoro urgente da fare e Ognuno era sicuro che Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece.
Finì che ciascuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ognuno avrebbe potuto fare.
E’ una semplice “parabola” che inquadra quella malattia della nostra Società che è l’inerzia, l’indifferenza, il ricorso all’alibi per non impegnarsi.
Ritroviamo, allora, la responsabilità dell’essere tutti un Ognuno con un compito, prima di diventare tutti un inerte e vuoto Nessuno.
Risvegliamo la nostra coscienza, scuotiamola dal torpore, ritroviamo l’esperienza morale dell’amore e dell’umanità .
Per ritrovarci donne e uomini alimentati da senso di responsabilità e del dovere verso gli altri. E di questo, la società di oggi ha urgente bisogno.

Riccardo

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