Quando tutto torna come prima

Quando tutto torna come prima

Pare che tutto torni come prima per i discepoli del Signore, dopo gli eventi pasquali ...

Il capitolo 21 di Giovanni, l’ultimo del suo vangelo, racconta che gli amici di Gesù ritornano a quel lago, a quelle barche, a quelle reti, a quel lavoro insomma... Tornano alla quotidianità della vita consueta. E qui mi sorge una domanda: “Come tornano i discepoli di Gesù alla vita di sempre? Come torniamo noi, dopo aver celebrato la Settimana Santa e il Triduo Pasquale?”.
Scrive Giovanni, il “discepolo che Gesù amava”, autore del vangelo: “Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla”.
I discepoli tornano al loro lavoro quotidiano, tornano alla pesca, ma con un “ma”: “Ma quella notte non presero nulla”. Perché non prendono nulla? Perché dalla luce della fede, alimentata dalla risurrezione, piombano nella notte senza Gesù! E senza di lui si perde la luce della fede e della vita, senza di lui non si prende nulla!
Il nostro rischio e quello dei discepoli è di celebrare con gioia la pasqua del Signore, con liturgie solenni, ma poi di rimetterlo da parte, di rinchiuderlo nel cassetto come un santino, di tornare nella nostra quotidianità senza di lui, come se lui non c’entrasse. E quel riferimento dell’evangelista “ma quella notte non presero nulla”, fa eco a quello che Gesù dice in un altro passaggio dello stesso vangelo: “Senza di me non potete fare nulla”.
E’ di grande coraggio chiedere al Signore risorto la luce e la gioia della fede nella risurrezione, anche quando incombe su di noi la notte, anche quando non ce la facciamo. A volte pensiamo di vivere la vita da soli, in solitudine, indipendentemente dalle persone con le quali condividiamo le nostre giornate e indipendentemente dalla fede in Gesù.
Educhiamoci a tener presente chi ci sta accanto e chi ci accompagna. Educhiamoci a tener vivo il Signore risorto con quella consapevolezza che “senza di Lui noi non possiamo fare nulla”.

d. Angelo

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