Solidarietà, principio rivoluzionario

Solidarietà, principio rivoluzionario

Ci sembra bello, avvicinandoci al Natale, recuperare un altro passaggio del discorso alla città dell’Arcivescovo di Milano che tocca il senso della solidarietà, in questi giorni nei quali siamo magari spronati a vivere maggiormente il senso della generosità.

«Voglio fare l’elogio del realismo della speranza per incoraggiare il pensiero e l’azione a interpretare la vocazione della nostra terra alla solidarietà. In molti modi le risorse sono state condivise: il tempo è diventato dono per il volontariato, le risorse economiche sono diventate supporto per opere di carità, gli spazi sono diventati luoghi per accogliere. È necessario però riconoscere ed evitare di praticare la “generosità del superfluo” o “degli avanzi”. Soprattutto in un settore che vede tutti impegnati in modo diretto e prioritario: l’assistenza ai fragili e la cura dei sofferenti. La gran parte delle risorse delle nostre istituzioni è investita in questo settore».
L’Arcivescovo è sempre più esplicito anche nella critica verso un sistema economico che punta sul profitto e considera la solidarietà un orpello marginale: «Forme diffuse di neoliberismo nelle trame di potentati imprenditoriali e dei poteri finanziari si ammantano di paternalismo generoso e di ostentata filantropia e perpetuano un regime di iniquità, la subordinazione umiliante di tanti, una cronica dipendenza dai privilegiati, dai forti, dai potenti».
È necessario invece un cambio di passo radicale, addirittura rivoluzionario: «Il realismo della speranza incoraggia a sentirsi più profondamente un “popolo in cammino”, che pratica la solidarietà non come un’appendice lodevole dell’economia, ma come un principio rivoluzionario del sistema economico. Di fronte alla crescente divaricazione tra ricchi e poveri non può bastare qualche volonterosa protesta: è necessario sperare insieme con realismo un mondo giusto e mettere mano all’impresa di costruirlo».

Mario Delpini

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