Quando la Croce disturba …

Quando la Croce disturba …

“In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo”.
Con queste parole dell’Evangelista, anche noi come Gesù e con Gesù, “siamo condotti dallo Spirito nel deserto”.

Il deserto è certamente il luogo della prova e della tentazione, ma anche dell’intimità, dell’amore e della tenerezza. Il deserto ci richiama al senso della vita e alla sua essenzialità, noi che siamo affezionati alla “città”, ai rumori e alle comodità, alle grandezze, ai numeri … Nel deserto Gesù entra “solo” con lo Spirito. Anche noi a volte entriamo e attraversiamo deserti disparati, tortuosi, dolorosi … Abitiamo il deserto quando spogliandoci di tutto, ritroviamo il silenzio della nostra coscienza, il silenzio dell’interiorità e lì ci mettiamo in ascolto per sentire una voce amica che diventa Parola, perché Dio parla e dice qualcosa alla nostra vita.
Alla luce di questo, abbiamo rimesso sull’altare della nostra chiesa la Croce e la Terra. Siamo chiamati di nuovo ad attraversare il nostro deserto per approdare alla Croce, mediante la Pasqua di Gesù. Quella terra siamo noi, “tratti da essa” come ci ricorda il Genesi, per educarci a crescere non super(bi), altezzosi, ma piccoli, umili… “a piano terra” appunto...
La Croce, collocata così, può “disturbare” … Qualcuno dirà: “Non si vede il prete …”. È il senso della Croce: scomodarci e disturbarci per porre lo sguardo su di lei, non sul prete.
L’Eucaristia che celebriamo è l’incontro vivo con la Pasqua di Gesù, raffigurato dalla Croce “scomoda e disturbante”, ma che salva, donando pienezza di vita. Non dimentichiamo che il battesimo ci ha immersi in essa… Mi sembra importante e forse doveroso che anche il prete, in questo tempo, “si scomodi” e si “decentri” un po’ per lasciare spazio a Lui, Crocifisso Risorto: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”.
Insieme a don Andrea e a don Paolo, buona vita.

d.Angelo

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