Il Cre e il torneo della vita nel gioco di una mano

Il Cre e il torneo della vita nel gioco di una mano

Nel cuore dell’estate dove poniamo al centro le nostre attività, il Cre, i tornei, le feste …, non possiamo dimenticare chi invece sta vivendo un Cre o giocando una partita un po' più dura: quella della vita legata alla questione della “salute” perché malato e sta davvero male e quella della “pace”, della ricerca di un accordo, della chiarificazione della propria esistenza o nella propria casa, col proprio partner, con i figli, con quegli “altri” che stanno con noi …

Anche in questi giorni incontriamo persone che vivono così, perché “non stanno bene” e non ce la fanno più … E ogni volta, di fronte all’impotenza di poter far qualcosa, che cosa conta veramente? La terapia in un ospedale? Aver ragione nelle incomprensioni? Può darsi …
Più di tutto e sopra tutto mi pare che possa servire una mano… Si, una mano tesa, una mano che non punta il dito, ma che osa la pace; una mano che accarezza di sollievo chi di terapie non ne può più … L’ho imparato di nuovo in questi giorni di Cre, andando al capezzale di chi mi ha detto: “Una mano tesa e che accarezza vale più di tutto, perché ti dice che non sei solo, anche in quel momento difficile della tua vita che si chiama passaggio”. Me l’ha detto ieri una Mamma. Poi ha aggiunto: “Tutti da tanto tempo mi dicono che devo farcela, di non pensare alla morte … Ma io questa la sento vicina e non la temo se qualcuno ha il coraggio di dirmi una parola diversa: che in quel momento non sei solo, perché una mano ti stringe”. Stringiamola questa mano, ovunque siamo e qualsiasi situazione viviamo!
Anche nella spensieratezza e nelle fatiche dell’estate una Mamma ha saputo dire una parola diversa… Semplicemente grazie.

d. Angelo

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