Un mese straordinario dentro l'ordinario

Un mese straordinario dentro l'ordinario

Anche quest'anno, a conclusione di un mese di CRE ricco di storie, di volti un po' più cresciuti e anche di qualcuno di nuovo, gli ambienti del nostro oratorio ritornano ad essere un po' più vuoti e silenziosi durante queste ancora calde giornate estive.

Diversi si apprestano a preparare le valigie per alcuni giorni di agognata (...e meritata!) vacanza presso qualche località marittima o montana. Altri, un po' più giovani, riaprono controvoglia alcuni libri di testo per rimediare agli esami mancanti della sessione, altri ancora semplicemente proseguono la vita di sempre, nel lavoro di tutti i giorni e nella cura delle piccole cose di ogni famiglia.
È un'esperienza, quella del CRE, che si inserisce puntualmente ogni anno come un mese straordinario dentro l'ordinario della vita. Certo, perché in questo mese ciascuno ha avuto il suo compito preciso: dai bambini agli animatori, dai numerosi volontari della cucina, del bar e delle pulizie ai coordinatori, dalla segreteria ai don. Definirla una enorme macchina che gira ininterrottamente forse può apparire forzato, ma ciascuno di noi ha ruoli, carismi, pregi (e difetti) unici che devono essere sempre complementari tra loro e, nei limiti del possibile, mai d’ostacolo per il lavoro collettivo!
Lo slogan "TUXTUTTI" di quest'anno ha messo in evidenza il tema nodale del prendersi cura. Questo è il vero "straordinario": far sì che l’ordinarietà assuma quei tratti unici ed indelebili che da un lato ci aiutano a ricordarci o a scoprire quale sia la nostra vocazione di figli di Dio, dall’altro ci fanno apprezzare anche la bellezza di ciò che invece è "ordinario", di tutti i giorni. Un cristiano diventa autentico quando è in grado di condire le proprie giornate e quelle altrui con quel "di più" che proviene soltanto da Dio e dal confronto costante con Lui. Dove andremmo da soli? Che CRE sarebbe se non ci fosse più al centro chi desidera il vero nostro bene e il meglio di noi stessi? L'invito ad essere straordinari dentro l'ordinario non è quindi né utopia né un semplice gioco retorico: è far sì che la nostra vita, orientata a Dio, assuma sempre più originalità, carisma, generosità.

"Il Signore creò l’uomo perchè lavorasse e questo lo comprendiamo molto bene, però dovete capire che il lavoro deve essere santificato, che dovete santificarvi con il lavoro e dovete santificare gli altri col vostro lavoro. Il Signore ha voluto mettere la santità a portata di mano di tutti: “Siate santi, dice, come è santo il mio Padre celeste”. Il Signore che ci ha creati senza interpellarci non può portarci in cielo senza il nostro consenso. Dovete quindi fare un piccolo sforzo perché il vostro lavoro sia principalmente utile alla vostra anima e poi vada a beneficio della vostra famiglia. Dovete pensare a Dio e agli altri attraverso Dio." (San Josemaría Escrivá)

Andrea Alborghetti

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