Avvento è il tempo della vita, è l’alternanza di gioie e dolori, fatiche e speranze. A volte i nostri occhi si spalancano nello stupore di fronte alle meraviglie della vita, ma possono riempirci anche del grigio della noia o del nero della disperazione.
Diamo spazio a questa interessante riflessione che due nostri giovani propongono per aiutarci a riflettere sul tempo, così come vogliamo fare in questo Avvento.
L’anno liturgico della Chiesa sta volgendo al termine con la festa di Cristo Re e Signore dell’Universo. Con l’inizio dell’Avvento, Il 26 e il 27 novembre, cominciamo quindi il nuovo anno con la scansione dei misteri della vita di Cristo che orientano il cammino credente nello scorrere del tempo e della storia. “Il tempo” farà dunque da conduttore verso il Natale, attorno al tema “C’è un tempo per …”, così come lo proporremo nelle celebrazioni eucaristiche domenicali!
L’assemblea pastorale di comunità è stato un momento significativo nel quale ho raccontato i miei primi passi con voi, dicendo grazie, e orientando un cammino che da secoli si sta facendo in queste nostre parrocchie. Mi sembra importante focalizzare queste attenzioni, tra le tante, che sono state considerate.
Paul Verlaine inserisce la poesia “Canzone d’autunno” nella raccolta “Poèmes saturniens” pubblicata a sue spese nel 1866. Il paesaggio rappresentato esprime in modo simbolico l’interiorità del poeta: egli sembra immergersi negli elementi naturali da cui sprigiona un senso di profonda malinconia. La parola e il verso esprimono sfumature musicali che, secondo la poetica di Verlaine, costituiscono l’essenza stessa dell’arte poetica del suo tempo.
Durante questi giorni la nostra fede viene messa a dura prova, la malinconia e la mancanza di una persona cara prende il sopravvento su quest’ultima, allargando la voragine che la morte di un amico o un parente ha creato dentro di noi.