Quante sono le opere di misericordia?
Nello scorso anno di catechesi avevamo dato come obbiettivo ai ragazzi di imparare le sette opere di misericordia, non già come esercizio mnemonico, ma come consapevolezza che il credente vive del comandamento dell’amore. E in effetti diversi di loro le hanno imparate; qualcuno spingendosi anche a quelle spirituali. Non so se anche i grandi le sanno: facciamo un veloce ripasso.
Esse sono elencate nel brano del Vangelo di Matteo 25: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». Nel periodo medievale se ne è aggiunta una settima: «Seppellire i morti». Ora Papa Francesco ne propone una nuova, «moderna», all’altezza dei tempi e delle sfide attuali: la cura della casa comune.
«La terra grida – dice il Papa – e non possiamo arrenderci o essere indifferenti alla perdita della biodiversità e alla distruzione degli ecosistemi, spesso provocate dai nostri comportamenti irresponsabili ed egoistici».
Grande eco ha avuto lo scorso anno in tutto il mondo l’enciclica Laudato Si’ che Papa Francesco ha dedicato alla questione ecologica. Ne parlarono i giornali ed ebbe un impatto forte anche sui lavori della Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, la Cop21, che riunì a Parigi 195 leader mondiali. Da allora, l’impegno di Francesco per una «ecologia integrale» non si è mai spento. Il Papa è preoccupato per la sorte della terra e per gli effetti che i cambiamenti climatici hanno soprattutto sulle popolazioni più povere. Francesco invita a fare un esame di coscienza ma il pentimento «deve tradursi in atteggiamenti e comportamenti concreti più rispettosi del creato». Il Messaggio contiene una sorta di decalogo, una serie di “gesti” concreti da compiere nel rispetto per l’ambiente: «Fare un uso oculato della plastica e della carta, non sprecare acqua, cibo ed energia elettrica, differenziare i rifiuti, trattare con cura gli esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra più persone». «Non dobbiamo credere – scrive il Papa – che questi sforzi siano troppo piccoli per migliorare il mondo. Tali azioni provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente e incoraggiano ad uno stile profetico e contemplativo, capaci di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo».