La chiesa della tenerezza
"O innamorati, amate in segreto e voi che pregate ritiratevi in cella e chiudete la porta ... chi vuole la tenerezza, il tesoro dei credenti e degli amanti"
(D.M. Turoldo).
La tenerezza è un delicato, silenzioso, nascosto aspetto dell'amore, forse quello più nascosto, per il quale ci si apparta, perché chiede intimità. È il sentimento di Dio, che fa crescere la pianta di ricino su Giona mentre dorme, per dagli ombra e farlo riposare, come può fare una madre mentre culla il suo bambino. La tenerezza di quel Padre che abbraccia il figlio che è scappato e che torna rosso di vergogna, per il quale invece si fa festa e lo si ricopre di bellezza. La tenerezza di quel Dio che nell'Esodo si preoccupa perché "nessuno cammini senza luce nella notte e senza ombra di giorno sotto il sole": ha a cuore che le nostre ginocchia non si sbuccino e che non sudiamo troppo, il nostro Dio, come farebbe una mamma col suo bambino. E tutto il vangelo è pieno dei continui, invisibili e commoventi gesti di tenerezza di Gesù, verso i bambini, verso Pietro, verso gli apostoli quando lava loro i piedi...
Siamo esseri completi, pieni, davvero umani se conserviamo la nostra sensibilità, capaci di regalare e accettare tenerezza; assomigliamo di più a Dio quando compiamo gesti delicati, inutili, ma che accarezzano gli altri. I "sensati", i "benpensanti" di ogni tempo ci diranno: "A che serve?" "A chi giova questo spreco di profumo? Si potrebbe venderlo per trecento denari." Non li ascoltiamo: noi sappiamo che serve all'amore, alla gioia, alla festa. Giova alla vita.
Non perdiamo il coraggio del dono gratuito di un gesto di tenerezza e non spaventiamoci nel regalare un sorriso o una carezza, o un bacio: ce lo chiede Dio amore. In una notte mistica nella chiesa dell'ultimo secolo, Papa Giovanni disse: "Guardate com'è bella la luna stasera, tornate a casa e date una carezza ai vostri bambini". Fu un istinto del cuore, parlava a braccio il Papa, senza testo da leggere; fu un messaggio oltre lo spazio di quella piazza, diritto al cuore dell'uomo e di Dio.
È questa la chiesa che amo.
Auguri don Giuseppe, don Roberto, don Giampaolo e don Paolo
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