letterina 20140921

Te lo sto chiedendo

Nell’incontro dei baristi dell’Oratorio ci si è chiariti su un fatto molto semplice: bisogna che si sappiano con certezza tempi e modi di apertura dell’Oratorio e osservarli (creando così una “tradizione”, a maggior ragione conoscendo la configurazione geografica del nostro paese).
Il gruppo (di 26 volontari) garantirà allora l’apertura secondo il seguente schema:
Da lunedì a sabato compreso, tutte le sere, dalle ore 20.00 alle 22.30 ca e la Domenica pomeriggio dalle 14.30 alle 18.00.
Nel sabato sera si domanda la disponibilità dei genitori di terza media che si incontrano per la catechesi alle 18.00 (per questo si aprirà dopo le 17.00). Per alcuni anni c’è stato l’appuntamento del mercoledì: non è detto che non si possa riprendere o introdurre altro...
Gli spazi dell’Oratorio sono inoltre disponibili per feste di compleanno, rinfreschi per Battesimi... (sala a onde, sala giochi, sala a travi, cucina, porticato), assemblee condominiali o di gruppi/associazioni.
In questa settimana dovrebbe configurarsi il GAS (gruppo animazione stabile), composta da una dozzina di giovani e adolescenti con il mandato di animare la vita  d’Oratorio lungo l’anno (domenica pomeriggio per bambini e ragazzi, serate-uscite per adolescenti, tornei...)
Sapete cosa ancora non si registra tra noi? Qualche genitore che dica: ”Non si potrebbe fare questo o quello per i nostri figli? Non potremmo trovarci, proporre, organizzare?” Vi assicuro che in altre realtà (dove i preti non si preoccupano di queste cose) da anni è l’intraprendenza di papà e mamme ad animare l’Oratorio.
Ma forse da noi questa esigenza non c’è, perché i figli sono ben seguiti dai genitori e, almeno fino ad una certa età (quella critica, si dice) sono tutti casa, scuola e genitori. E’ chiaro comunque che una Comunità ha l’Oratorio che vuole. Se ci sta bene che trabocchi nel tempo estivo e poi basta...
Ogni anno, negli incontri con i genitori, chiedo disponibilità per il bar, il canto, le pulizie, la catechesi... Sapete quante risposte? 0 (zero).
Mi si dice: ”ma se lo chiedi personalmente magari vengono”.
Te lo sto chiedendo: ci dai una mano?

 

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Concerto d'Organo

Pranzo di comunità

Corso Vicariale Catechisti

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letterina 20140913

INsieme CON lui TRA noi

Tra le espressioni sentite maggiormente nella festa di Comunità, ce ne sono alcune che ci permettono di fare un paio di riflessioni:
-”Che bello vedere tanti giovani servire...
E’ vero: i nostri adolescenti e giovani si son dati di sponibili, rendendo possibile, per il secondo anno, il servizio ai tavoli (anche quando il cambio di posto delle
persone rispetto al tavolo indicato nell’ ordine, li disorientava.) Abbiamo dovuto fare dei turni tra loro, essendo decisamente numerosi quelli disponibili. Qualche
maligno dice che vengono perché hanno il buono a fine serata: sarà anche così, ma intanto “respirano” comunità e si mettono a servizio. E si divertono, anche!
Persino le bande tedesche di cornamuse, il Vescovo emerito di Acerra, Giovanni, presente tra noi l’ultima Domenica e il gruppo Ligastory, hanno sottolineato questo.
-“C’è voglia di stare insieme...
Sì, in tempo di crisi forse si sta recuperando il desiderio di sentirsi, di parlare, di condividere, di sedersi intorno ad un tavolo. Anche più di una sera.
-“Il cibo è buono, abbondante e neanche caro...
Abbiamo girato alcune feste con i volontari vedendo i listini: mediamente i nostri prezzi viaggiano sotto, tra 1 e 3 euro in meno per piatto. Anche questa è una scelta che certo incide un po’ sull’avanzo finale, ma che favorisce le famiglie. Certo, si è molto più attenti nelle ordinazioni e negli scarti. Effetto crisi: sui vassoi ritirati quasi nulla.
Poi magari qualche ciambella non è uscita con il buco: ma nelle nostra case è sempre tutto o.k.? E’ strano però come proprio ad alcune persone (quelle che hanno l’indole di lamentarsi di tutto), capiti proprio quella... Ironia della sorte...
-“C’è un bel clima...” e non ci si riferisce a quello metereologico (che non è stato eccellente ma ci ha permesso di fare quasi tutto), ma a quello che si crea nel
sentirsi famiglia, cantando gli auguri a chi compie gli anni o fa un anniversario, chiedendo al microfono “Come stai?” a chi sta entrando, sorridendo anche a chi non prende il biglietto della ruota, alzando le calamite.girasole della casetta, vi vendo quell’INCONTRA che dalla prima edizione è lo slogan della festa di COMUNITA’. Da ultimo: nonostante la crisi, le entrate sono state di più.
I Motivi? Li hai appena sentiti.

 

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Assemblea Parrocchiale

 

Corso Vicariale Catechisti

     
 

letterina 20140907

Gli uomini sono come i melloni

Di un libro letto questa estate (Alessandro D’Avenia, Cose che nessuno sa) propongo un dialogo tra la nipote Margherita e la nonna Teresa, che parte da una domanda interessante:

« Come si fa a riconoscere l'amore vero, nonna?»

«Ah ... Na làstima ... na fevre ... na scossa 'ntu cori ... » sospirò Teresa, e dopo una pausa proseguì:  «Gli uomini sono come i melloni rossi. » Lo diceva con due l e una o strascinata, perché dalle sue parti non si distingue tra anguria e melone, ma tra mellone bianco e mellone rosso. «Cioè? Ma non ci riesci a darmi una risposta senza parlare di cose da mangiare?»  «Signorina, io so parlare accussì... » fece la nonna fingendosi offesa.
«E quindi, dai, spiega!»  «Quando tu compri un mellone non sai se è buono, vedi solo la scorza verde e le dimensioni. Ma ci sono due modi per sapere se è buono.» «Quali?»  «Prima ci tuppulii sopra.» «Che fai?»  «Ci bussi. E se fa un suono bello pieno e compatto, allora vuol dire che non è spugnoso, che è la cosa peggiore.»  «E il secondo modo?»  «Poi devi praticare un buco ed estrarre un pezzo che dalla scorza arriva fino al cuore del mellone e assaggiarlo. Questo serve a vedere se è dolce, perché dopo un mellone spugnoso non c'è  niente di peggio che un mellone senza sapore. Ti ci puoi solo lavare la faccia con quello o ci puoi fare il gelo... » «Il gelo?»  «Sì, una specie di budino al mellone. » «E che c'entra con
l'amore?» «Come che ci trasi? Prima devi vedere se una persona c'avea testa. Ci tuppulii e vedi se è piena. Se c'ave a testa spugnosa, lassa pirdiri. Poi devi vedere se c'ave u core. Devi fare un buco che dalla scorza, che può essere pure bellissima ma non basta, arriva fino al cuore, per capire se è dolce fino in fondo. Troppi ce n'è di   scorza buona e cuore senza sapore o addirittura marcio ... »
«Ho capito... E tu il nonno Pietro lo hai  scelto così?»
«Certo! Mellone di prima qualità. Testa piena, intelligentissimo era, e cuore dolce, come pochi! E anche la scorza era speciale. »

Abbiamo ancora nonni Pietro, in giro? E ragazze che si fanno domande?

 

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Festa di Comunità

 
     
 

letterina 20140830

Chiacchiere

Delle chiacchiere che dividono la comunità cristiana ha parlato Papa Francesco lasciando il testo ufficiale della sua riflessione dell’udienza di mercoledì 27 agosto, dedicata all’unità. «Le chiacchiere sono alla mano di tutti. Quanto si chiacchiera nelle parrocchie! È buono questo o non è buono? E se uno viene eletto presidente, si chiacchiera contro lui e se l’altra viene eletta presidente per esempio di una catechesi, si chiacchiera contro di lei… questa non è la Chiesa, questo non dobbiamo farlo. Non vi dico di tagliarvi la lingua ma di chiedere la grazia di non farlo». Francesco ricorda un fatto accaduto nella sua diocesi: «Ho sentito un commento interessante e bello: si parlava di un’anziana che tutta la vita ha lavorato in parrocchia. Una persona che la conosceva bene, ha detto di lei: questa donna mai ha sparlato, mai ha chiacchierato, era sempre un sorriso. Una donna così può essere canonizzata domani perché è un bell’esempio». Andando a braccio il Papa ha commentato: «Se noi non siamo uniti e se non siamo santi è perché non siamo fedeli a Gesù. Ma Gesù non ci lascia soli, non abbandona la sua Chiesa, lui cammina con noi e ci capisce. Capisce le nostre debolezze, i nostri peccati e ci perdona, sempre che noi ci lasciamo perdonare. Ma lui ci aiuta a diventare meno peccatori, più santi, più uniti». Il Papa ha fatto riferimento anche alle divisioni delle Chiese: «Se guardiamo alla storia della Chiesa, quante divisioni fra i cristiani! Anche adesso siamo divisi, anche nella storia i cristiani hanno fatto la guerra tra loro per divisioni teologiche, ma questo non è cristiano, siamo cristiani e siamo divisi. Dobbiamo pregare per l’unità dei cristiani, procedere nel cammino per l’unità per la quale Gesù ha pregato».
E a conclusione dell’udienza ha detto: «Chiediamo sinceramente perdono per tutte le volte in cui siamo stati occasione di divisione o di incomprensione all’interno delle nostre comunità, ben sapendo che non si giunge alla comunione se non attraverso una continua conversione». Convertirsi significa chiedere «la grazia di non sparlare, di non criticare, di non chiacchierare, di volere bene».

 

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Festa di Comunità 1

 

Festa di Comunità 2

     
 

letterina 20140823

O captain! My captain!

O capitano! Mio capitano! poesia scritta da Walt Whitman nel 1865, riguardante la morte del presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln, è una dei riferimenti principali sui cui si basa il film di Peter Weir, L'attimo fuggente, del 1989, diventandone un filo conduttore fondamentale.
L’insegnante protagonista è Robin Williams, di cui le cronache hanno riportato la tragica scomparsa nei giorni delle vacanze.
Robin Williams lo aveva detto otto anni fa a un quotidiano italiano:  la società di oggi pone il tragico problema delle dipendenze, da droga, da alcool, da chirurgia plastica, da efficienza a tutti i costi. Ora che anche lui se ne è andato, rimangono quelle sue parole che ci mettevano e ci mettono ancor più oggi in guardia contro il moloch del mondo cosiddetto civile, che può essere riassunto, al di fuori delle dotte sentenze mediche, nella parola solitudine.
Soprattutto d’estate, quando la luce diviene ossessiva, quasi una parodia della nostra situazione interiore. Quando si è soli dentro, non perché il  mondo ci abbia convinto di essere festante e felice  nei  riti  delle spiagge, ma perché abbiamo scoperto l’inutilità di quelle feste a tutti i costi.
Il demone meridiano dei saggi antichi, ma anche di Shakespeare e Pavese, Verga e Prevert, il dio che poteva, solo lui, abitare il meriggi o estivo mediterraneo, e che avrebbe ustionato mortalmente chiunque si fosse spinto fuori delle proprie stanze, rende più temibile la solitudine.
Quando ogni atto è stabilito dagli dèi del “benessere” e della “libertà” assoluti, giunge il momento dello svelamento della inconsistenza delle cose.
I personaggi di Williams ci hanno però, e non è una contraddizione, indicato la strada: l’insegnamento come offerta del sé più libero e profondo, la fantasia che può catturare di nuovo le famiglie nell’amore e nell’unione contro ogni fantasma di felicità indotta dal sistema dei consumi.
Ha ragione la moglie: i suoi personaggi parlano per lui e continuano a dirci che l’isola non trovata esiste, a patto che noi vogliamo vederla, e che i bambini malati possono trovare la via della guarigione attraverso un sorriso, che la scuola può salvare, anche solo con una poesia letta a un branco di ragazzi che non hanno avuto mai a che fare con le profondità di certe poesie, ma solo con il conto delle sillabe e il riconoscimento degli endecasillabi, che è la negazione della vita celata nella poesia.

 

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Festa di Comunità 1

 

Festa di Comunità 2

     
 

letterina 20140816

...

Rabbi Ezechia, di Cracovia, figlio di Jekel, dopo tanti anni di profonda miseria ricevette in sogno l'ordine di andare a Praga per cercare un tesoro sotto il ponte che conduce al palazzo reale. Ezechia si mise in cammino e raggiunse il luogo. Ma il luogo era supersorvegliato dalle guardie. Tuttavia ritornava tutti i giorni al ponte per vedere se vi era qualche possibilità. Vedendolo tutti i giorni, il capo delle guardie gli chiese se avesse perso qualcosa o se aspettasse qualcuno.  Allora Ezechia gli raccontò il sogno. Il capo delle guardie scoppiò a ridere: "E tu poveraccio, per dar retta ad un sogno sei venuto fin qui a piedi?  Ah, ah, ah!  Stai fresco a fidarti dei sogni !  Cosa dovrei dire io, allora, che ho sognato di dover andare fino a Cracovia da un certo Ezechia, figlio di Jekel, per cercare un tesoro sotto la stufa", e rise nuovamente. Ezechia lo salutò, tornò a casa sua e cercò sotto la stufa.
E in effetti lì c'era un tesoro.

 

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Festa di Comunità 1

 

Festa di Comunità 2