L'affondo
San Lorenzo
Tra maestro e allievo iniziò un'amicizia e una stima reciproche. Entrambi, seguendo un flusso migratorio allora molto vivace, lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma.
Quando il 30 agosto 257 Sisto fu eletto vescovo di Roma, affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono, cioè di responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, che beneficiavano 1500 persone fra poveri e vedove.
Agli inizi dell'agosto 258 l'imperatore Valeriano aveva emanato un editto, ordinando che tutti i vescovi, presbiteri e diaconi dovevano essere messi a morte.
L'editto fu eseguito immediatamente e Sisto II, sorpreso mentre celebrava l'Eucaristia nelle catacombe di San Callisto, fu ucciso con quattro diaconi il 6 agosto; quattro giorni dopo fu la volta di Lorenzo. A partire dal IV secolo Lorenzo è stato uno dei martiri più venerati nella Chiesa di Roma. Costantino I fu il primo ad edificare un piccolo oratorio nel luogo del suo martirio. Tale costruzione fu ampliata e abbellita da Pelagio II (579-590). Sisto III (432-440) costruì una grande basilica sulla sommità della collina dove Lorenzo fu seppellito. Nel XIII secolo Onorio III unificò i due edifici, che costituiscono la basilica che esiste tutt'oggi. La prima menzione del 10 agosto come data del martirio risale alla « Depositio martyrum », uno scritto dell'anno 354. Per il martirio di Lorenzo abbiamo la testimonianza particolarmente eloquente di Ambrogio nel « De Officiis », ripresa, in seguito, da Prudenzio e da Agostino d'Ippona, poi ancora da Massimo di Torino, Pier Crisologo, Leone Magno. Ambrogio si dilunga, dapprima, sull'incontro e sul dialogo fra Lorenzo ed il Papa, poi allude alla distribuzione dei beni della Chiesa ai poveri, infine menziona la graticola, strumento del supplizio, rimarcando la frase con cui l'arcidiacono della Chiesa di Roma, rivolgendosi ai suoi aguzzini dice: « Sono cotto da questa parte, girami dall'altra e poi mangiami ».
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