Solo un paio di settimane fa abbiamo ricordato la figura di S. Giovanni Bosco, sacerdote che ha vissuto per i giovani. Durante la festa quello striscione carico di invocazioni di pace, di sussurri disperati di bambini circondati da armi, di silenzi rotti da colpi di mortai, di bombe che scientificamente distruggono case civili, creando grande desolazione, disperazione e rabbia, ha colpito diretto il cuore dei presenti…
Quaranta giorni dopo il Natale, la Chiesa celebra la festa della Presentazione del Signore. Nel tempo, la liturgia ha aggiunto a questa festa la benedizione delle candele, a richiamare Gesù “Luce delle genti”.
“Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi”.
L’uomo fin dall’antichità comprese l’importanza della porta e senza tanti studi scientifici o architettonici la costruì con estrema naturalezza. Un elemento che per molti secoli venne chiuso per lasciar fuori le preoccupazioni e le violenze del mondo e per racchiudere all’interno le abitudini, i sentimenti e i propri problemi.
“Stacchiamo il piede dall’acceleratore” e rallentiamo l’esagerata corsa del fare e del lavorare sacrificando tempo e passione agli affetti familiari, parentali e amicali.
“Lasciamoci riconciliare con Dio”. Sono ancora vive le parole di augurio di don Angelo durante l’omelia della notte di Natale.
Quando venerdì mattina, sul presto, siamo arrivati a Dachau, faceva freddo e c’era la nebbia… Arrivati all’ingresso di quel campo degli orrori non c’era ancora nessuno… Solo freddo, nebbia e silenzio che avvolgevano nella desolazione la memoria di quella storia drammatica …